CMCT













Bologna, negli anni settanta e ottanta
del XX secolo, era un luogo magico,
dove cultura e del quieto vivere erano la norma.
Era l'epoca di Dalla, di Vecchioni, di Guccini,
degli Skiantos e dei Gaznevada,
di Magnus, di Bonvi, di Pazienza,
della Cineteca, di Pupi Avati,
di Radio Alice, dei jazz club di Via Mascarella,
di Via del Pratello e della sua popolazione insonne.

Spesso artisti di tutti i tipi aspettavano l'alba
presso i bar sempre aperti della Stazione centrale.
Perché alla fine, chiudere la giornata all'alba della nuova
alla Stazione, era quasi doveroso.
Perché da lì si partiva e si arrivava.
O semplicemente si passava.

Poi arrivò il 2 agosto del 1980.

Era sabato e c'era caldo e afa,
la tipica estate bolognese e,
per tantissimi, un sabato d'inizio vacanza.
Dalla mattina presto
la stazione era piena di vita: famiglie,
amici e viandanti solitari erano tutti assieme,
chi i attesa di un treno, chi per comprare i biglietti,
chi per effettuare prenotazioni, chi in cerca di una bibita fredda o di un panino.

Ancora non lo sapevano
che quel giorno sarebbe stato ricordato come il giorno dell'orrore,
del sangue, della disperazione:
un ordigno composto da nitroglicerina, nitriglicol,
nitrato ammonico, solfato di bario, tritolo,
T4 contenuti in una valigia posta su un tavolino
a 50 centimetri d'altezza, tavolino poggiat
al muro portante della sala d'aspetto di seconda classe,
è inerte, 23 chilogrammi di morte.

Alle 10 e 25 si chiuse il circuito e l'innesco si attivò esplodendo.

La deflagrazione fu talmente potente che l'intera ala ovest
venne letteralmente sollevata per poi crollare su se stessa
uccidendo, mutilando e seppellendo centinaia di esistenze.

È il più devastante attentato della Storia della Repubblica Italiana.

Oggi, nell'ala ricostruita, c'è uno squarcio nel muro,
che nasce dal cratere,
creato lì in modo che chi passa
sul marciapiedi del primo binario
non possa non notarlo.

Nella parte interna della parete della sala d'aspetto ricostruita,

una lapide racconta sommariamente

2 AGOSTO 1980

VITTIME DEL TERRORISMO FASCISTA


e, sotto, l'elenco delle ottantacinque vittime assassinate nella strage.

Chiunque giunga in treno a Bologna sul primo binario,
che sia per lavoro o per piacere,
non può non specchiarsi sul vetro di quello squarcio.

L'opera è semplice, perfetta perché fuga il rischio che la memoria venga confusa,
mistificata e deformata
come cercano di fare da decenni elementi che fanno del depistaggio
la propria ragion d'essere cercando di sporcare la verità.

Ricordare le vittime della Strage di Bologna è un Dovere sacro
per tutti gli amanti della Libertà e della Democrazia
e bisogna che si sappia perché è stata compiuta quell'orribile strage.
Per questo si deve, ringraziare l' Associazione tra i Familiari
delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980,
voluta e creata da Torquato Secci, Lidia Piccolini e Paolo Bolognesi assieme
ad altri quarantaquattro parenti delle vittime
che l'hanno guidata in tutti questi anni,
perché è grazie alla loro ostinata caparbietà se oggi cominciamo capire cosa è successo realmente,
chi ha ordito un omicidio di massa così efferato, chi lo ha messo in pratica e per quale motivo.

Il movente reale non è l'ideologia neofascista
Il movente reale non appartiene alle ideologie
Il movente c'è e lentamente emerge in tutta la sua graniticità idiota,
perché a mettere insieme i tasselli che ci è stato concesso ottenere,
delinea un disegno politico di proporzioni impressionanti,
basato sul concetto malato del 'potere',

Perché è vero che Licio Gelli e gli altri farabutti fascisti suoi amici,
alcuni inseriti in ruoli cardine della politica,
dell'economia e dell'informazione,
ha organizzato senza problemi né di mezzi né di risorse economiche questa strage
ed è vero che ha avuto gioco facile nell'assoldare ragazzini sanguinari,
quali Mambro, Fioravanti, Ciavardini, Cavallini,
col cervello imbottito di mitologie sadiche e totalitaristiche,
dai pruriti assassini.

Ma è anche vero che la Strage alla Stazione di Bologna è stata realizzata a un livello molto più alto,

in modo da ottenere risultati precisi e antidemocratici, legati all'egemonia Atlantica degli USA.

Proprio quei risultati che sono stati evidentemente ottenuti.

È sufficiente dare un occhio alla condizione socio-politica italiana e gobale per capire bene.



Ma questo sito,

oltre a spiegare quanto è accaduto

da quei terribili giorni ad adesso,

l'ho creato con un unico intento:

ricordare a tutti che

ottantacinque persone hanno cessato di esistere.

La nostra povera Patria, a causa dei vari Governi che si sono succeduti dal dopoguerra in poi,

non è stata in grado di proteggerci.

Per questo,

ho voluto sottolineare gli sguardi
di quelle ottantacinque vittime.

Perché loro ci osservano.
Da allora ci osservano ancora
perché non siano dimenticati.




Kill Bologna





Le vittime

Amorveno Marzagalli

Amorveno è nato a Pieranica, in provincia di Cremona, il 30 gennaio 1926 ed era dirigente aziendale. Quella mattina era in Stazione Centrale a Bologna per un cambio treno: voleva raggiungere il fratello con cui sarebbe tornato ai Lidi Ferraresi
per continuare la vacanza in famiglia.
Nell'estratto audio che accompagna il video la testimonianza di un tassista intervistato per lo speciale TG1 della RAI "Una strage. Perché?" andato in onda il 3 agosto 1981.
Dal video Bologna, le ricostruzioni a un anno di distanza del 2 agosto 1980.


Angela Fresu

Angela è nata a Empoli, in provincia di Firenze, il 3 settembre 1977. È stata assassinata assieme alla madre Maria, letteralmente disintegrata dalla deflagrazione. Angela è stata la più giovane vittima della strage.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Maria Fresu.
Nell'estratto audio che accompagna il video parte dell'articolo del TG1 della RAI andato in onda la sera del 2 agosto 1980.
Dal video 2 agosto 1980, strage di Bologna. La notizia al Tg Rai.


Angelica Tarsi

Angelica è nata a Ostra Vetere, in provincia di Ancona, il 28 gennaio 1908 ma viveva da anni a Bologna. Quella mattina doveva partire per le Marche col nipote Paolo ed era sul primo binario con lui e la nuora, Loredana. È stata assassinata nell'esplosione assieme alla nuora. Il piccolo Paolo si salvò ma riportò ferite gravissime.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Loredana Molina.
Nell'estratto audio che accompagna il video la quinta parte dell'intervista fatta a Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, durante la trasmissione Aria Pulita di Italia 7 Gold, dal titolo "2 agosto. Ciavardini reticente. E la bomba non si trova.".
Dal video 2 agosto. Ciavardini reticente. E la bomba non si trova.


Angelina Marino

Angelina è nata ad Altofonte, in provincia di Palermo, il 2 ottobre 1957. Era dipendente presso uno studio dentistico. È stata assassinata assieme alla sorella Domenica, al fratello Leo Luca e alla cognata Antonella Ceci. Le sorelle Marino erano venute in Emilia-Romagna per conoscere Antonella che, per l'occasione, era andata loro incontro assieme a Leo Luca per fare l'ultima parte del viaggio assieme.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Domenica Marino, Leo Luca Marino e Antonella Ceci
(fidanzata di Leo Luca).

Nell'estratto audio che accompagna il video parte dell'intervista fatta a Giuseppe Valerio Fioravanti, detto Giusva, da Cristiano Lovatelli Ravarino, suo vecchio amico. Nell'intervista Giusva Fioravanti dà sfoggio della sua dialettica seduttiva. Né lui né Lovatelli Ravarino naturalmente fanno mai cenno alle indagini pluridecennali dei magistrati di Bologna e non tengono conto del fatto che citare Francesco Cossiga come simpatizzante di questi due terroristi non è certamente un fatto che depone a loro favore.
Anzi...
Dal video Intervista a Francesca Mambro e Valerio Fioravanti.


Angelo Priore

Angelo è nato a Malles Venosta, in provincia di Bolzano, il 27 gennaio 1954 ma viveva a Messina dove gestiva un negozio di ottica assieme alla moglie e al suocero. Il due agosto 1980 era in sala d'aspetto della Stazione di Bologna ed è stato investito dall'esplosione, riportando danni gravissimi: una lacerazione cerebrale, la perdita di un occhio, gravissime ustioni al viso, al torace e alle braccia. Nonostante queste ferite e numerosi interventi chirurgici è stato sempre lucido e cosciente fino a quando, il cinque ottobre,
il suo corpo si è arreso a una tale devastazione.
Nell'estratto audio che accompagna video la quarta parte dell'intervista fatta a Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, durante la trasmissione Aria Pulita di Italia 7 Gold, dal titolo "2 agosto. Ciavardini reticente. E la bomba non si trova.".
Dal video 2 agosto. Ciavardini reticente. E la bomba non si trova.


Anna Maria Bosio

Anna Maria è nata a Como il 19 settembre 1952. Faceva la maestra alle scuole primarie. È stata assassinata assieme a suo marito Carlo e a suo figlio Luca. Erano in Stazione perché la loro macchina aveva avuto un guasto per cui avevan deciso di andare in Puglia in treno.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Carlo Mauri e Luca Mauri.
Nell'estratto audio che accompagna il video alcuni frammenti da trasmissioni in 'citizen band' (CB) di vari operatori FFSS che immediatamente dopo l'esplosione cercarono di organizzarsi per portare aiuto, estratti audio raccolti dalla Professoressa Cinzia Venturoli nell'ambito dell'iniziativa "Stragi e terrorismo" del Liceo Scientifico Giovanni Battista Quadri di Vicenza.
Il file video originale è attualmente introvabile nel sito del Liceo Quadri in cui invece era presente nel novembre 2020.


Anna Maria Salvagnini

Anna Maria è nata a Padova il 21 febbraio 1929 ed era insegnante nella scuola primaria. Il 2 agosto 1980 era in stazione a Bologna con il figlio Andrea Pietro e le due figlie Marina Antonella e Chiara Elisa. Le due ragazze sarebbero dovute partire per una vacanza studio. L'esplosione li colpì in pieno: Anna Maria morì immediatamente mentre Marina morì giorni dopo all’ospedale di Padova.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Marina Antonella Trolese.
Di Anna Maria non si trovano fotografie in rete per cui ho utilizzato lo sguardo di Carlo Dionedi, uno dei sopravvissuti all'esplosione. La voce narrante di accompagnamento al video è la sua.
Dall'audio "Siamo noi" - Carlo Dionedi, sopravvissuto alla strage di Bologna.


Antonella Ceci

Antonella è nata a Ravenna il 22 febbraio 1961. Si era appena diplomata e già aveva trovato impiego in uno zuccherificio dove avrebbe iniziato a lavorare a breve. Era fidanzata con Leo Luca Marino, originario di Altofonte, vicino a Palermo, con cui il 2 agosto 1980 era andata in treno fino a Bologna per incontrare le sue cognate Angelina e Domenica, venute in treno dalla Sicilia proprio per conoscerla. Tutti e quattro sono stati assassinati nell'esplosione.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: AngelinaMarino, Domenica Marino e Leo Luca Marino.
Nell'estratto audio che accompagna il video parte dell'intervento di Paolo Bolognesi nella videoconferenza "2 agosto 1980".
Dall'audio di "2 Agosto 1980".


Antonino Di Paola

Antonino è nato a Palermo il 29 aprile 1948. Era un dipendente aziendale della Stracuzzi a Bologna, una ditta che forniva materiale segnaletico alle Ferrovie dello Stato, insieme a Salvatore Seminara. Il 2 agosto 1980 si trovavano in Stazione Centrale ad aspettare il fratello Giuseppe che giungeva in treno da Vercelli. Entrarono in sala d'aspetto solo perché il treno su cui viaggiava Giuseppe era in ritardo.
Sono morti tutti e due sul colpo.
Nell'estratto audio che accompagna il video la prima parte dell'intervento di Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, il 2 agosto 2020 in Piazza Maggiore.
Dall'audio di "40° anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980". Nella pagina web del Comune di Bologna il video non c'è più. Se ne può trovare una copia sul sito di Radio Radicale all'indirizzo web https://www.radioradicale.it/scheda/612470/2-agosto-1980-40deg-anniversario-della-strage-alla-stazione-di-bologna.


Antonio Montanari

Antonio è nato ad Argenta, in provincia di Ferrara, il 16 marzo 1894 ed era un pensionato felice. Amava il suo tempo libero che era fatto di passeggiate in bicicletta, del gioco della briscola e della lettura di fumetti. Il 2 agosto 1980 passava in bicicletta davanti alla Stazione di Bologna quando esplose l'ordigno. Fu colpito in modo grave da alcuni detriti. Un amico lo trovò ferito e lo portò in ospedale, dove morì quello stesso giorno. È stata la vittima più anziana della strage.
Nell'estratto audio che accompagna video la terza parte dell'intervista fatta a Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, durante la trasmissione Aria Pulita di Italia 7 Gold, dal titolo "2 agosto. Ciavardini reticente. E la bomba non si trova.".
Dal video 2 agosto. Ciavardini reticente. E la bomba non si trova.


Argeo Bonora

Argeo è nato Galliera, in provincia di Bologna, il 21 maggio 1938. Era un operaio delle Ferrovie dello Stato ma quel giorno si trovava in Stazione per un cambio treno: da tempo si era trasferito per lavoro con sua moglie e i loro cinque figli a Salorno di Bolzano e nei primi giorni delle ferie d'agosto era andato da solo a trovare la madre. L'esplosione lo ha assassinato.
Nell'estratto audio che accompagna il video Sirio Tesori, giornalista di Bologna Today, intervista Eliseo Pucher (sopravvissuto), Sonia Zanotti (sopravvissuta), Marina Gamberini (sopravvissuta), Marco Vigna (coordinatore dei soccorsi in Stazione in quei giorni), Paolo Bolognesi (parente della vittima Vincenzina Sala e Presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 dal 1996) e Stefano Badiali (coordinatore dei soccorsi).
Dal video Strage 2 agosto, nell'inferno della stazione: le testimonianze.


Berta Ebner

Berta è nata a San Leonardo in Passiria, in provincia di Bolzano, l'8 febbraio 1930. Era casalinga e non si sa perché quel giorno, a quell'ora, si trovasse in stazione a Bologna e non è importante saperlo.
È importante invece sapere che è stata una delle vittime innocenti di quella strage orrenda.
Nell'estratto audio che accompagna il video Pietrangelo Buttafuori, allora conduttore di "8 e mezzo" di La7 dà sfoggio del suo pensiero negazionista davanti all'imbarazzo dei presenti e della sua collega Alessandra Sardoni. È il 2 agosto 2007.
Dal video 2 AGOSTO, BOLOGNA: LA STRAGE E I COLPEVOLI.


Brigitte Drouhard

Brigitte è nata a Seules, in Francia, l'8 ottobre 1959. Era giovane, impiegata e appassionata di letteratura italiana. Era in sala d'aspetto e attendeva il treno che l'avrebbe portata a Ravenna.
Negli estratti audio che accompagnano il video Nicola Bianchi, giornalista del Resto del Carlino, intervista Roberto Castaldo, uno dei sopravvissuti di quel terribile giorno nell'articolo "Bologna, strage 2 agosto 1980. Fiamme arancioni, fuliggine, feriti e cadaveri".
Il file video originale è attualmente introvabile nel sito de iL Resto del Carlino era presente nel novembre 2020 alla pagina web Bologna, strage 2 agosto 1980. "Fiamme arancioni, fuliggine, feriti e cadaveri". Video


Carla Gozzi

Carla è nata a Mirandola, in provincia di Bologna, il 30 dicembre 1944. Era impiegata in un maglificio e col suo stipendio aiutava i genitori. Era fidanzata con Umberto Lugli, chiamato dagli amici 'Tino'. Stavano partendo per le Isole Tremiti quando sono stati assassinati.
Il video dedicato al suo fidanzato Umberto Lugli.
Nell' estratto audio che accompagna il video il servizio di Emiliano Condò "39 anni fa la Strage alla Stazione di Bologna" del 2 agosto 2019 nel programma RAI Uno Mattina Estate.
Dal video 39 anni fa la Strage alla Stazione di Bologna.


Carlo Mauri

Carlo è nato a Como il 28 ottobre 1948 ed era un perito aziendale. È stato assassinato assieme a sua moglie Anna Maria e a suo figlio Luca. Erano in Stazione perché la loro macchina aveva avuto un guasto per cui avevan deciso di andare in Puglia in treno.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Anna Maria Bosio e Luca Mauri.
Negli estratti audio che accompagnano il video Vittorio, fratello di Anna Maria, parla di loro nell'ambito dell'inaugurazione tenuta l'11 novembre 2016 della targa di commemorazione dedicata alla famiglia nel video "Per Carlo, Anna Maria e il piccolo Luca: inaugurato il piazzale che ricorda la famiglia comasca distrutta nella strage di Bologna" del sito web Qui Como.
Dal video Per Carlo, Anna Maria e il piccolo Luca: inaugurato il piazzale che ricorda la famiglia comasca distrutta nella strage di Bologna.


Catherine Helen Mitchell

Catherine è nata a Bath, cittadina termale nella regione del South West inglese, il 12 ottobre 1958. Si era appena laureata assieme al fidanzato John e assieme erano partiti per il meritato viaggio di fine studi. Con poche cose negli zaini erano in Stazione a Bologna. La loro destinazione è ignota e forse a loro nemmeno importava conoscerla.
Il video dedicato al suo fidanzato John Andrew Kolpinski.
Nell'estratto audio che accompagna il video Paolo Bolognesi (parente della vittima Vincenzina Sala e Presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 dal 1996) è intervistato dai ragazzi del Network dell'Informagiovani Multitasking del Comune di Bologna.
Dal video XXXVIII Anniversario della Strage di Bologna.


Davide Caprioli

Davide è nato a Verona il 3 febbraio 1960. Studente universitario e musicista. Dopo una vacanza ad Ancona dalla sorella, aveva deciso di tornare alla sua Verona proprio il 2 agosto perché quella sera doveva suonare con il suo gruppo, i Dna group. Era a Bologna per un cambio treno quando l'esplosione lo ha ucciso. Da allora sua sorella Cristina cura un bellissimo sito a lui dedicato. Lo si trova alla pagina web www.davidecaprioli.it.
Nell'estratto audio che accompagna il video Ermanna Dal Bosco, (madre di Davide) parla di uno strano sogno fatto la vigilia dell'omicidio.
Dal video Cercando Davide.


Domenica Marino

Domenica è nata ad Altofonte, in provincia di Palermo, il 27 febbraio 1954 ed era una collaboratrice domestica. È stata assassinata assieme alla sorella Angelina, al fratello Leo Luca e alla cognata Antonella Ceci. Le sorelle Marino erano venute in Emilia-Romagna per conoscere Antonella che, per l'occasione, era andata loro incontro assieme a Leo Luca per fare l'ultima parte del viaggio assieme.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Angelina Marino, Leo Luca Marino e Antonella Ceci
(fidanzata di Leo Luca).

Nell'estratto audio che accompagna il video parte dell'intervista fatta da Aldo Bolzanelli a Libero Mancuso nell'articolo "Strage di Bologna, il PM Libero Mancuso 'La P2 voleva portarci fuori pista'" del 22 luglio 2020.
Dal video Strage di Bologna, il pm Libero Mancuso: "La P2 voleva portarci fuori pista".


Eckhardt Mäder

Eckhardt è nato a Haselhorf, in quella che una volta era chiamata Repubblica Federale di Germania, il 26 aprile 1966 ed era in Italia con la famiglia nella loro prima vacanza in assoluto. Oltre a lui furono assassinati la madre Margret e il fratello Kai.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Kai Mäder e la madre Margret Röhrs.
Nell'estratto audio che accompagna il video testimonianze di Cristina Caprioli ( parente della vittima Davide Caprioli ), Clemente Pitzalis ( amico di una vittima ), Anna Pizzirani ( parente di sopravvissuti all'esplosione ), Giovanni Zini ( sopravvissuto all'esplosione ) raccolte dal giornalista David Marceddu per Il Fatto Quotidiano.
Dal video Bologna, i ricordi dei sopravvissuti della strage: “Lo scoppio, la polvere, le urla strazianti…”.


Eleonora Geraci

Eleonora è nata a Palermo il 22 febbraio 1934 ed era in Stazione a Bologna col figlio Vittorio ad attendere una parente in arrivo dalla Sicilia. Sono stati assassinati nell'esplosione.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Vittorio Vaccaro.
Nell'estratto audio che accompagna la prima parte del video si sente l'agghiacciante presunzione di Ciavardini sputata in faccia ad Anna Pizzarini, vicepresidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, durante la trasmissione Aria Pulita di Italia 7 Gold, dal titolo "2 agosto. Ciavardini reticente. E la bomba non si trova.".
Dal video 2 agosto. Ciavardini reticente. E la bomba non si trova.


Elisabetta Manea

Elisabetta è nata a Thiene, in provincia di Vicenza, il 17 novembre 1920 ed era una casalinga. Una vita difficile, segnata dalla morte dei genitori in tenera età e da quella del marito quando i quattro figli erano ancora piccoli. Il 2 agosto 1980 era col figlio Roberto in sala d'aspetto in attesa di un treno che li avrebbe portati in Puglia da parenti. Sono stati assassinati nell'esplosione.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Roberto De Marchi.
Negli estratti audio che accompagnano il video si sentono le proteste dei componenti del Nodo Sociale Antifascista di Bologna all'arrivo del Presidente Sergio Mattarella il 2 agosto 2016. I contestatori sono stati respinti dalle forze dell'ordine con lancio di lacrimogeni. I fatti sono stati filmati da una troupe di Bologna Today e inseriti nel servizio
"Fumogeni e spinte, contestazioni al 36° anniversario della Strage di Bologna".
Dal video Fumogeni e spinte, contestazioni al 36° anniversario della Strage di Bologna.


Errica Frigerio

Errica è nata a Salerno il 7 aprile 1923 ed era insegnante. Era in viaggio assieme al marito Vito e al figlio Francesco.
Sono stati assassinati nell'esplosione.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Vito Diomede Fresa e Francesco Cesare Diomede Fresa.
Nell'estratto audio che accompagna il video Alessandra Diomede Fresa, l'unica rimasta di quella famiglia distrutta.
Dal Video Alessandra Diomede Fresa - Strage di Bologna.


Euridia Bergianti

Euridia è nata a Campogalliano, in provincia di Modena, il 23 settembre 1931. Era dipendente della ditta Cigar-Buffet ed era impiegata presso il ristorante self-service della stazione di Bologna. Lei e altre cinque colleghe sono state assassinate nell'esplosione.
Nell'estratto audio che accompagna il video parla Andrea Speranzoni, legale dell' Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, parla dei finanziamenti ricevuti dai terroristi imputati della strage, nel servizio "Strage 2 agosto Bologna inchiesta procura sui mandanti completa il puzzle" del 13 luglio 2020 di Antonella Scarcella per Bologna Today.
Dal video Strage 2 agosto: "Inchiesta sui mandanti completa il puzzle".


Fausto Venturi

Fausto è nato a Bologna l'8 luglio 1942 ed era conducente di taxi. Il 2 agosto 1980 era in servizio ed era in Piazza Medaglie d'Oro. È stato assassinato nell'esplosione.
Nell'estratto audio che accompagna il video parla Carlo Sgarzi, il vigile del fuoco che fu incaricato di controllare il bus numero 37 nei terribili momenti in cui i soccorsi erano più convulsi e in cui si decise di utlizzare il bus per il trasporto dei cadaveri.
L'intervista è di Ilaria Venturi nel video "Bologna, 2 agosto. Il vigile del fuoco che piantonò il bus 37: 'Le emozioni sono sempre qui'" del 2 agosto 2020 sul sito di La Repubblica.
Dal video Bologna, 2 agosto. Il vigile del fuoco che piantonò il bus 37: "Le emozioni sono sempre qui".


Flavia Casadei

Flavia è nata a Rimini il 23 giugno 1962. Flavia, 18 anni appena compiuti, doveva cominciare l'ultimo anno di liceo scientifico. Stava andando a Brescia da uno zio ed era in Stazione a Bologna per un cambio treno. È stata assassinata nell'esplosione.
Nell'estratto audio che accompagna il video la seconda parte dell'intervista fatta a Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, durante la trasmissione Aria Pulita di Italia 7 Gold, dal titolo "2 agosto. Ciavardini reticente. E la bomba non si trova.".
Dal video 2 agosto. Ciavardini reticente. E la bomba non si trova.


Franca Dall'Olio

Franca è nata a Budrio, in provincia di Bologna, il 27 marzo 1960. Dipendente della ditta Cigar i cui uffici erano sopra la sala d'aspetto della Stazione di Bologna. È stata assassinata dall'esplosione.
Nell'estratto audio che accompagna il video Carlo Lucarelli racconta come partirono le indagini il giorno dopo l'attentato. Da "Blu Notte: la Strage di Bologna" del 2 febbraio 2003 su Rai 3.
Dal video Blu Notte: la Strage di Bologna.


Francesco Betti

Francesco è nato a Marzabotto, in provincia di Bologna, il 22 dicembre 1936 ed era conducente di taxi. Quella mattina era al lavoro in Piazza Medaglie d'Oro. È stato assassinato nell'esplosione.
Nell'estratto audio che accompagna il video la professoressa Cinzia Venturoli, nella videolezione "40 anni dalla strage di Bologna", narra con professionalità e solo apparente distacco i momenti drammatici dell'esplosione, mostrando e descrivendo alcune fotofrafie.
Dal video Cinzia Venturoli - 40 anni dalla strage di Bologna


Francesco Antonio Lascala

Francesco è nato a Bianco, in provincia di Reggio Calabria, il 30 marzo 1924 ed era un ex-ferroviere in pensione. Da Reggio Calabria, dove viveva, stava andando dalla figlia a Cremona e si era portato tutta l'attrezzatura per pescare col genero. Era sul primo binario in attesa del treno per Cremona. L'esplosione lo ha assassinato.
Nell'estratto audio che accompagna il video Raffaella Fanelli, giornalista per TV Svizzera.it, ascolta basita il racconto di Licio Gelli che porta avanti i suoi sprezzanti tentativi di generare confusione e attuare veri e propri depistaggi.
Dal video La Strage di Bologna? Un incidente


Francesco Cesare Diomede Fresa

Francesco è nato a Bari il 28 agosto 1966. Era in viaggio assieme ai genitori Errica e Vito. Sono stati assassinati nell'esplosione.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Errica Frigerio e Vito Diomede Fresa.
Nell'estratto audio che accompagna il video Alessandra Diomede Fresa, l'unica rimasta di quella famiglia distrutta.
Dal Video Alessandra Diomede Fresa - Strage di Bologna.


Francisco Gómez Martínez

Francisco è nato a Barcellona, in Spagna, l'8 febbraio 1957. Lavorava tutto l'anno per potersi permettere le vacanze in Italia, che amava profondamente come amava l'arte del nostro paese. Era appena sceso dal treno quando è stato assassinato dall'esplosione.
Nell'estratto audio che accompagna il video la testimonianza di Patrizio Vignola nel servizio "Strage alla Stazione di Bologna - 2 agosto 1980 - 2016" di Giovanni Mazzanti.
Non avendo trovato in rete alcuna immagine di Francisco Gómez Martínez ho utilizzato lo sguardo di Patrizio Vignola.
Dal Video Strage alla stazione di Bologna - 2 agosto 1980/2016 | la testimonianza di un soccorritore, proprietà di Giovanni Mazzanti.


Gaetano Roda

Gaetano è nato a Mirabello, in provincia di Ferrara, l' 1 maggio 1949 ed era un dipendente delle Ferrovie dello Stato. Era a Bologna per un corso di formazione. È stato assassinato nell'esplosione.
Nell'estratto audio che accompagna il video il racconto del 2 agosto 1980 in "Il giorno e la Storia" di RAI Storia.
Dal Video La strage di Bologna.


Giuseppe Patruno

Giuseppe è nato a Foggia il 21 febbraio 1962 ed era un elettricista. Era in vacanza con suo fratello e alcuni amici, che lo hanno visto morire nell'esplosione.
Nell'estratto audio che accompagna il video la settima parte dell'intervento di

Paolo Bolognesi

del 2 agosto 2020 in Piazza Maggiore.
Dall'audio di "40° anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980". Nella pagina web del Comune di Bologna il video non c'è più. Se ne può trovare una copia sul sito di Radio Radicale all'indirizzo web https://www.radioradicale.it/scheda/612470/2-agosto-1980-40deg-anniversario-della-strage-alla-stazione-di-bologna.


Irene Breton

Irene è nata a Boncourt, in Svizzera, l'11 marzo 1919 ed era orologiaia. Non si sa perché il 2 agosto 1980 fosse a Bologna col marito ma solo lei è stato assassinata nell'esplosione.
Nell'estratto audio che accompagna il video Yuri Zini parla dell'attentato nell'articolo "Strage 2 Agosto, il racconto dei feriti. Yuri Zini: Avevo 7 anni, il treno per me era tutto" di La Repubblica, pubblicato il 27 luglio 2019".
Dall'audio di Strage 2 Agosto, il racconto dei feriti. Yuri Zini: "Avevo 7 anni, il treno per me era tutto".


関口巌 - Iwao Sekiguchi

Iwao è nato a Tokyo, in Giappone, il 18 agosto 1960 ed era uno studente universitario in viaggio in Italia. È stato assassinato mentre annotava sul suo diario il pranzo che avweva acquistato.
Nell'estratto audio che accompagna il video l'attore Nicola Frabboni parla di Iwao nell'ambito del progetto "Cantiere 2 agosto - narrazione di una strage", ideato da Matteo Belli e Cinzia Venturoli per l'Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna e l'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980.
Dal video Iwao Sekiguchi narrato da Nicola Frabboni.


John Andrew Kolpinski

John è nato a Bristol, in Inghilterra, il 5 febbraio 1958. Si era appena laureato assieme alla fidanzata Catherine e assieme erano partiti per il meritato viaggio di fine studi. Con poche cose negli zaini erano in Stazione a Bologna. La loro destinazione è ignota e forse a loro nemmeno importava conoscerla.
Il video dedicato alla sua fidanzata Catherine Helen Mitchell.
Nell'estratto audio che accompagna il video parte dell'intervento di Paolo Bolognesi 2 agosto 2018 in Piazza Medaglie d'Oro.
Dal video XXXVIII Anniversario della Strage di Bologna.


Kai Mäder

Kai è nato a Haselhorf, in quella che una volta era chiamata Repubblica Federale di Germania, il 15 maggio 1972. Era venuto in Italia con la famiglia per le vacanze ed era in Stazione a Bologna per un cambio treno. È stato assassinato dall'esplosione.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Eckhardt Mäder e la madre Margret Röhrs.
Nell'estratto audio che accompagna il video parte dell'intervento di Vincenzo Vinciguerra del 16 ottobre 2019 presso la Corte d'Assise di Bologna durante il processo a Gilberto Cavallini.
Dai file audio di Radio Radicale Processo per la strage di Bologna (imputato Gilberto Cavallini).


Katia Bertasi

Katia è nata a Stienta, in provincia di Rovigo, il 7 luglio 1946 ed era dipendente della ditta Cigar presso il ristorante self-service della stazione di Bologna. Il 2 agosto 1980 stava lavorando alla scrivania nei locali sopra la sala d'aspetto. È stata assassinta nell'esplosione.
Nell'estratto audio che accompagna il video parte l'intervista di Sergio Zavoli a Francesca Mambro
andata in onda sulla RAI il 12 dicembre 1989.
Dai file audio di La notte della Repubblica Le stragi di Bologna e del Rapido 904.


Leo Luca Marino

Leo Luca è nato ad Altofonte, in provincia di Palermo, il 20 giugno 1956 ma viveva a Ravenna, dove faceva il muratore. Era fidanzato con Antonella Ceci con cui il 2 agosto 1980 era andato in treno fino a Bologna per incontrare le sue sorelle Angelina e Domenica, venute in treno dalla Sicilia. Tutti e quattro sono stati assassinati nell'esplosione.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Angelina Marino, Domenica Marino e
Antonella Ceci (fidanzata di Leo Luca).

Nell'estratto audio che accompagna il video Pietrangelo Buttafuori, allora conduttore di "8 e mezzo" di La7, l'intervista Andrea Colombo de "Il Manifesto", invitato in trasmissione. È il 2 agosto 2007.
Dal video 2 AGOSTO, BOLOGNA: LA STRAGE E I COLPEVOLI.


Lidia Olla

Lidia è nata a Sinnai, in provincia di Cagliari, il 28 maggio 1913. Stava andando in Trentino per le vacanze assieme al marito. È stata assassinata nell'esplosione.
Nell'estratto audio che accompagna il video stralcio dell'intervista che Simona Zecchi fece a Otello Lupacchini, noto per le sue teorie controverse e confuse, per conto di Euronews il 20 marzo 2018, dove anche la confusione creata ad arte può essere considerata depistaggio.
Dal video Otello Lupacchini: "I tentacoli della criminalità organizzata italiana sulla scena internazionale" di Simona Zecchi.


Lina Ferretti

Lina è nata a Peccioli, in provincia di Pisa, il 23 ottobre 1927. Stava andando a Brunico col marito per una vacanza offerta dalla suocera. È stata assassinata nell'esplosione e i resti sono stati riconosciuti a stento dal cognato.
Nell'estratto audio che accompagna il video stralcio del servizio di Alessio Bertini del 2 agosto 2017 per Rete 8vga.
Dal video Canal Tele Rimini - Telegiornale del 2 agosto 2017.


Loredana Molina

Loredana è nata Bologna il 17 novembre 1936. Accompagnava il figlio Paolino e la suocera Angelica Tarsi al treno perché andassero in vacanza. L'esplosione l'ha assassinata.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Angelica Tarsi.
Nell'estratto audio che accompagna il video parte della performance Loredana Molina in Sacrati narrata da Nicoletta Bianconi nell'ambito del progetto Cantiere 2 agosto di Matteo Belli e Cinzia Venturoli, a cura dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, messo in scena in vari luoghi della città il 2 agosto 2017.
Dal video Loredana Molina in Sacrati narrata da Nicoletta Bianconi.


Luca Mauri

Luca è nato a Cantù, in provincia di Como, il 9 aprile 1974. È stato assassinato assieme a sua madre Anna Maria e a suo padre Carlo. Erano in Stazione perché la loro macchina aveva avuto un guasto per cui avevan deciso di andare in Puglia in treno. Avrebbe fatto la prima elementare alla fine dell'estate.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Anna Maria Bosio e Carlo Mauri.
Nell'estratto audio che accompagna il video parte dell'intervista dal titolo "Fiat dietro il depistaggio" fatta da Raffaella Fanelli per Fanpage.it a Francesco Pazienza, ex-agente del SISMI ( Servizio informazioni e sicurezza militare - un servizio segreto italiano gestito dai militari, relativamente alla sicurezza internazionale, attivo fino al 2007, quando è stato sostituito dall' AISE, l'Agenzia informazioni e sicurezza esterna ), iscritto alla P2, condannato nel 1988 per depistaggio
relativamente alla Strage di Bologna, e pubblicata il 2 agosto 2018.
Dal video Strage di Bologna, l'ex agente dei servizi segreti Francesco Pazienza: "Fiat dietro il depistaggio" di Fanpage.it


Manuela Gallon

Manuela è nata a Bologna il 17 gennaio 1969. Era in stazione con i suoi genitori perché doveva partire per Dobbiaco, dove la attendevano i suoi amici. Avrebbe fatto la prima elementare alla fine dell'estate. L'esplosione ha ferito gravemente sua madre Natalia mentre lei, ferita gravemente e in coma, venne portata all'ospedale, dove morì cinque giorni dopo. La madre la seguì pochi giorni dopo.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Natalia Agostini.
Nell'estratto audio che accompagna il video stralci di comunicazioni via radio avvenute il 2 agosto 1980.
Dall'audio Registrazione dal minuto 6 e 42 del Ponte Radio Traccia 1 dal sito Stragi.it.


Margret Röhrs

Margret è nata ad Haselhorf, in quella che una volta era chiamata Repubblica Federale di Germania, nel 1941. Era venuta in Italia con la famiglia per le vacanze ed era in Stazione a Bologna per un cambio treno. È stata assassinata dall'esplosione. Oltre a lei furono assassinati i figli Eckhardt e Kai Mäder.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Eckhardt Mäder e Kai Mäder.
Nell'estratto audio che accompagna il video la quinta parte dell'intervento di Paolo Bolognesi del 2 agosto 2020 in Piazza Maggiore.
Dall'audio di "40° anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980". Nella pagina web del Comune di Bologna il video non c'è più. Se ne può trovare una copia sul sito di Radio Radicale all'indirizzo web https://www.radioradicale.it/scheda/612470/2-agosto-1980-40deg-anniversario-della-strage-alla-stazione-di-bologna.


Maria Fresu

Maria è nata a Nughedu San Nicolò, in provincia di Sassari, il 6 febbraio 1956 e viveva in Toscana. Era in viaggio con la figlia, la piccola Angela, la più giovane vittima del massacro, e alcune amiche per andare sul Lago di Garda. È stata assassinata, letteralmente disintegrata, dalla deflagrazione. Si pensa che il corpo della piccola Angela è stato ritrovato solo perché il corpo della madre le ha fatto da scudo. La memoria di Maria è stata la più oltraggiata tra quelle su cui sono state messe 'in giro' voci false da parte di vari simpatizzanti del terrorismo eversivo di destra, non solo giornalisti o professionisti dell' 'informazione' ma personaggi anche molto noti e parecchio inseriti tra gli alti livelli istituzionali.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Angela Fresu.
Nell'estratto audio che accompagna il video parte del vergognoso intervento di Federico Mollicone, deputato di Fratelli d'Italia, dove propone un'interpellanza parlamentare affinché venga fatta "reale verità" sulla fine di Maria Fresu. Affinché la ricerca di detta 'verità' sia più agevole butta nel calderone argomenti noti al mondo dei complottisti quali "la pista palestinese" e i presunti rapporti tra il giudice Gentile e Abu Saleh, tutte argomentazioni portate avanti sempre e solo da individui quali Enzo Raisi, Valerio Cutonilli, Mauro Di Vittorio, tutti promulgatori delle tesi che giustificano l'esistenza di un' 'ottantaseiesima vittima' che, guarda caso, non sarebbe altri che colui che portava l'ordigno esplosivo. Tutte queste tesi sono state spazzate via dalle indagini approfondite di Gian Paolo Pelizzaro, portate avanti con rigore e metodo scientifico e basate su documenti e riscontri oggettivi, non su chiacchiere, ipotesi e tantomeno sulle illazioni tanto care ai complottisti di cui sopra.
Dal video L'illustrazione dell'interpellanza sulla Strage di Bologna.


Maria Angela Marangon

Maria Angela è nata a Rosolina, in provincia di Rovigo, il 30 marzo 1958 e lavorava a Bologna come baby-sitter. Quel giorno s'era messa d'accordo coi suoi datori di lavoro per poter tornare a casa prima, vista la calca del primo fine settimana d'agosto. Era appena entrata in stazione quando l'esplosione l'ha assassinata.
Nell'estratto audio che accompagna il video Gianfranco Fini presenta il libro di Enzo Raisi "Bomba o non bomba. Alla ricerca ossessiva della verità" il 14 gennaio 2013 alla Camera. In un minuto e cinquantatre secondo Fini, in quel periodo ancora Presidente della Camera dei Deputati, riempie di una enorme quantità di fake news la sua presentazione, fake che elenca con un certo imbarazzo, essendo le 'tesi' fondamentali dei depistaggi montati da Raisi. Subito dopo questo intervento Raisi è andato a vivere in Spagna e non è mai più tornato a vivere in Italia.
Dal video Bomba o non bomba. 2 agosto 1980. Alla ricerca ossessiva della verità
Presentazione del libro di Enzo Raisi (Edizioni Minerva)
.


Maria Idria Avati

Maria è nata a Napoli il 21 giugno 1900. Era diretta in Trentino per una vacanza accompagnata dalla figlia. Era in sala d'aspetto e la figlia si era allontanata un attimo quando l'esplosione l'ha assassinata.
Nell'estratto audio che accompagna il video Sandro Pertini, allora Presidente della Repubbblica, giunge in Stazione il pomeriggio del 2 agosto, dopo esserre stato all'Ospedale Maggiore per cercare di portare conforto ai feriti. Venne circondato dai giornalisti che complicarono il normale svolgersi dei soccorsi.
Estratti audio assemblati dal video Pertini a Bologna dopo la strage della stazione.


Marina Antonella Trolese

Marina è nata a Padova il 13 giugno 1964 e quel giorno era in stazione a Bologna assieme alla madre, a sua sorella e suo fratello. Assieme alla sorella doveva partire per un viaggio studio. Quando l'esplosione investì la famiglia la madre morì sul colpo e i figli furono feriti gravemente. Marina fu trasferita da Bologna a Padova, dove viveva e dove morì dieci giorni dopo l'attentato. Non riprese mai conoscenza.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Anna Maria Salvagini.
Nell'estratto audio che accompagna il video Gabriella Facondo, giornalista di TV2000it, intervista il sopravvissuto Carlo Dionedi durante la puntata del programma "Siamo Noi" dell' 11 marzo 2015.
Estratti audio assemblati dal video Carlo Dionedi: “Io, sopravvissuto alla strage di Bologna“.


Mario Sica

Mario è nato a Roma il 5 settembre 1936 e viveva a Bologna. Quel giorno era in stazione in attesa della madre in arrivo da Roma. È stato assassinato nell'esplosione.
Nell'estratto audio che accompagna il video Valentina De Salvo e Benedetta Tobagi presentano "Bologna, 2 agosto 1980, la strage".
Dal file audio "Bologna, 2 agosto, la strage".


Mauro Alganon

Mauro è nato ad Asti il 19 agosto 1958 ed era un fotografo entusiasta. Quel giorno era in stazione per un cambio treno che lo avrebbe portato con un suo amico a Venezia, dove avrebbe dato libero sfogo alla sua passione. È stato assassinato nell'esplosione.
Nell'estratto audio che accompagna il video Valentina De Salvo e Benedetta Tobagi presentano "Bologna, 2 agosto 1980, la strage".
Dai file audio di Radio Radicale Processo per la strage di Bologna (imputato Gilberto Cavallini).


Mauro Di Vittorio

Mauro è nato a Roma il 20 maggio 1956. Il destino di Mauro è triplamente drammatico: partito per l'Inghilterra in cerca di lavoro e respinto alla dogana poiché "al posto di frontiera la polizia inglese si informò dei suoi mezzi di sostentamento, e scoperto che intendeva trovare, per mantenersi, un qualsiasi lavoro anche saltuario in Inghilterra, lo rimandarono indietro" ( dalla pagina web di SAN - Sistema Anagrafico Nazionale dedicata a Mauro ). Arrivato in Italia il lungo viaggio in treno verso casa fa una sosta a Bologna, dove Mauro muore nell'esplosione. Nel 2012 l'allora deputato di destra Enzo Raisi, ora residente in Spagna, costruisce un castello di menzogne sul ragazzo, parlando di una pista delirante e complottista che identifica il giovane come "portatore dell'ordigno". Inutile dire che i vari inquirenti che hanno indagato nella direzione da lui indicata non hanno mai trovato il minimo riscontro. È un vero e proprio depistaggio.
Negli estratti audio che accompagnano il video il giornalista Roberto Scardova parla della situazione geopolitica dell'Italia nei primi anni ottanta del XX° secolo e di vari depistaggi costruiti ad arte sull'attentato.
Dal docufilm Un solo errore di Matteo Pasi.


Mirco Castellaro

Mirco è nato a Pinerolo, in provincia di Torino, il 17 ottobre 1947. Lavorava in una ditta ma aveva appena comprato una barca in società con un amico per avviare un’attività turistica. Nell’estate del 1980 doveva fare un po’ di rodaggio in Sicilia ma diversi imprevisti fecero sì che Mirco ritardasse la partenza: il 2 agosto era in stazione e l'esplosione lo uccise.
Nell'estratto audio che accompagna il video la prima parte dell'intervento di Paolo Bolognesi del 2 agosto 2020 in Piazza Maggiore.
Dall'audio di "40° anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980". Nella pagina web del Comune di Bologna il video non c'è più. Se ne può trovare una copia sul sito di Radio Radicale all'indirizzo web https://www.radioradicale.it/scheda/612470/2-agosto-1980-40deg-anniversario-della-strage-alla-stazione-di-bologna.


Mirella Fornasari

Mirella è nata a Bologna il 3 settembre 1944 e lavorava alla Cigar, i cui uffici erano sopra le sale d'aspetto della Stazione di Bologna. Sposata, un figlio. Il 2 agosto 1980 l'esplosione la uccise.
Nell'estratto audio che accompagna il video Nell'estratto audio che accompagna il video un'impreparata Alessandra Sardoni intervista Massimo Bordin, giornalista di Radio Radicale, che avanza dubbi sugli esecutori della strage durante la puntata di
"8 e mezzo" di La7 del 2 agosto 2007.
Dal video 2 AGOSTO, BOLOGNA: LA STRAGE E I COLPEVOLI.


Natalia Agostini

Natalia è nata a Bologna il 25 dicembre 1940. Era in stazione con suo marito e la piccola Manuela, sua figlia. Le due dovevano partire per Dobbiaco. L'esplosione le ferì gravemente e vennero portate in ospedale, dove Manuela morì quel giorno seguita, dopo una manciata di giorni ancora, da Natalia.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Manuela Gallon.
Nell'estratto audio che accompagna il video il GR1 Edizione Straordinaria del 2 agosto 1980.
Dall'audio di GR1 Rai - Edizione Straordinaria - 2 Agosto 1980.


Nazzareno Basso

Nazzareno è nato a Recanati, in provincia di Macerata, il 6 ottobre 1947. Stava andando a Chioggia a trovare i suoceri, dove lo aveva preceduto la moglie Ines con i figli. Era in Stazione a Bologna per un cambio treno. L'esplosione lo ha assassinato.
Nell'estratto audio che accompagna il video Torquato Secci, creatore e primo presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, in una delle primissime conferenze stampa del 1981.
Dal video Bologna 1981 - Conferenza stampa Torquato Secci.


Nilla Natali

Nilla è nata a Bologna il 4 aprile 1955. Lavorava alla Cigar negli uffici di Via Marconi ma il due agosto andò negli uffici della Stazione Centrale, sopra le sale d'aspetto, per aiutare la collega Katia Bertasi a chiudere le buste paga. L'esplosione l' ha assassinata.
Nell'estratto audio che accompagna il video Giuseppe Valerio Fioravanti, detto Giusva, intervistato da Sergio Zavoli nella trasmissione "La Notte della Repubblica" del 1990, continua a professarsi estraneo alla strage sempre atteggiandosi a grand'uomo con la sua dialettica seduttiva e l'atteggiamento pacato. Lo fa raccontando delle differenze evidenti tra gli obiettivi della sua carriera terroristica ( come se oltre a un certio livello di miseria morale ci fosse ancora possibilità di distinguere ), mirante a target meno importanti, e dicendo che mai avrebbe pensato a un delitto così orrendo come la Strage di Bologna. Lo dice senza mai fare però menzione del fatto che Mario Ceruti, fiduciario di Licio Gelli, consegnò a Mambro e Fioravanti a fine luglio 1980 un milione di dollari in contanti ciascuno, una cifra che certamente poteva far cambiare la loro saldissima visione politica.
Dai file audio di La notte della Repubblica Le stragi di Bologna e del Rapido 904.


Onofrio Zappalà

Onofrio è nato a Santa Teresa di Riva, in provincia di Messina, il 13 febbraio 1953. Doveva sposarsi con Inceborg, la ragazza svedese conosciuta qualche anno prima, e andare a vivere in Svezia ma avendo trovato lavoro alle Ferrovie dello Stato c'era stato il cambio di programma: sarebbe stata lei a trasferirsi in Italia. Onofrio il 2 agosto era sul primo binario ad attendere il treno che lo avrebbe portato al lavoro quando l'esplosione lo ha assassinato. Il giorno dopo Inceborg, giunta in Italia e ignara di quanto era accaduto,
venne accolta da un agente della Polfer.
Il 16 aprile 2005, a Furci Siculo, in provoncia di Messina, è stata inaugurata l'associazione "Amici di Onofrio Zappalà". Questo è l'indirizzo della loro pagina web: https://www.onofriozappala.it/.
Nell'estratto audio che accompagna il video Gioacchino Bosco, giornalista di Media News, intervista alcuni intervenuti alla presentazione del libro "Dalla strage di Bologna - quindici su quaranta" di Natale Caminiti e Antonello D’Arrigo, prefazione di Nando Dalla Chiesa.
Dal video Palazzo dei Normanni. Presentazione del libro sulla "Strage di Bologna".


Paolino Bianchi

Paolino è nato a Vigarano Mainarda, in provincia di Ferrara, l'1 ottobre 1930. Come ogni anno andava ad Arco di Trento, sul Lago di Garda, per trascorrere qualche giorno di relax con una cara amica, sua unica distrazione in un anno di lavoro. Il 2 agosto 1980 era a Bologna per un cambio treno. La bomba lo ha assassinato.
Gli estratti audio che accompagnano il video sono tratti da "Scardova 'Bellini faccia luce sugli anni più bui della Storia d'Italia' di Andrea Bassi, giornalista di Reggionline, dove intervista Roberto Scardova.
Dal video Scardova: “Bellini faccia luce sugli anni più bui della storia d’Italia”.


Paolo Zecchi

Paolo è nato a Bologna il 16 febbraio 1957 e lavorava in banca. Si era sposato da nemmeno un anno con Viviana e stavano programmando la loro prima vacanza da sposati. Avevano appena avuto la conferma di attendere un bambino.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Viviana Bugamelli.
Nell' estratto audio che accompagna il video Adriano Monti, il cosiddetto 'Agente Sigfried', l' agente segreto del servizio segreto chiamato "Organizzazione Gehlen", nato nel secondo dopoguerra da una collaborazione tra ex SS e Cia in funzione prevalentemente anticomunista, fornisce una sua pittoresca alternativa sulle cause della Strage alla Stazione di Bologna.
Dal video L'agente Sigfried e la strage di Bologna.


Patrizia Messineo

Patrizia è nata a Bari il 2 marzo 1962. Aveva passato la sera precedente in discoteca e quella mattina aveva appuntamento in stazione col padre. Era appena arrivata quando l'esplosione l'ha uccisa.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Silvana Serravalli e Sonia Burri.
Nell' estratto audio che accompagna il video il comunicato ANSA "Strage di Bologna, nuovo processo: Bellini a sorpresa in aula"
del 28 novembre 2020.
Dal video Strage di Bologna, nuovo processo: Bellini a sorpresa in aula.


Pier Francesco Laurenti

Pier Francesco è nata a Parma l' 1 luglio 1936. Stava tornando in treno dalla Riviera Romagnola e a Bologna ne aveva approfittato per telefonare a un amico quando l'esplosione l'ha assassinato.
Nell' estratto audio che accompagna il video l'audio del servizio di Luca Donigaglia "Strage di Bologna, Cavallini: «Non posso pentirmi di quello che non ho fatto» del 9 gennaio 2020 per Corriere TV del Corriere della Sera.
Dal video Strage di Bologna, Cavallini: «Non posso pentirmi di quello che non ho fatto».


Pietro Galassi

Pietro è nato nella Repubblica di San Marino il 26 ottobre 1914. Era un professore in pensione e nessuno sapeva per quale motivo era in Stazione a Bologna. L'esplosione l'ha assassinato.
Nell' estratto audio i servizi di Bruno Vespa e Piero Badaloni per il TG1 RAI del 4 agosto 1980.
Dal video Strage alla stazione di Bologna.


Pio Carmine Remollino

Pio Carmine è nato a Bella, in provincia di Potenza, il 27 giugno 1949. Giovanissimo era partito per la Germania con alcuni dei suoi fratelli. Tornato in Italia per via del servizio militare aveva deciso di non ripartire più e aveva quindi iniziato a spostarsi in varie città in cerca di lavoro. Viveva in Romagna da qualche anno svolgendo vari lavori. Era un uomo schivo e riservato, nulla si sapeva di lui, nemmeno cosa ci facesse a Bologna, in Stazione, quel giorno. Si sa solo che l'esplosione lo assassinò.
Nell' estratto audio le primissime riprese dei primi soccorsi sul luogo della strage. La riprese sono di Enzo Cicco, Giorgio Lolli e Stefano Ragazzi, reporter di Punto Radio Tv.
Dal video 2 agosto 1980 strage alla stazione di Bologna - girato grezzo.


Rita Verde

Rita è nata a Bologna il 23 maggio 1957. Lavorava presso la Cigar, negli uffici sopra le sale d'aspetto della Stazione di Bologna. Stava organizzando il suo matrimonio. L'esplosione l'ha assassinata.
Nell' estratto audio che accompagna il video gli estratti audio dal docufilm "Un solo errore" di Matteo Pasi in cui Morena Verde e la figlia Lisa raccontano la terribile voragine che ha provocato l'assenza di Rita nella vita della famiglia.
Dal docufilm Un solo errore di Matteo Pasi.


Roberto De Marchi

Roberto è nato a Marano Vicentino, in provincia di Vicenza, il 5 novembre 1959. Era il più giovane dei quattro figli di Eliabetta Manea e aveva deciso di accompagnare la madre a fare visita ai parenti in Puglia. L'esplosione li ha assassinati entrambi.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Elisabeta Manea.
Nell'estratto audio che accompagna il video la testimonianza di un tassista intervistato per lo speciale TG1 della RAI "Una strage. Perché?" andato in onda il 3 agosto 1981.
Dal video Bologna, le ricostruzioni a un anno di distanza del 2 agosto 1980.


Roberto Gaiola

Roberto è nato a Vicenza il 3 maggio 1966. A un certo punto la sua vita è stata condizionata dalla dipendenza dall'eroina, dipendenza da cui cercava di affrancarsi da tre anni, andando due volte alla settimana all'Ospedale Maggiore per prendere le sue dosi di metadone. La mattina del due agosto 1980 era alla Stazione Centrale di Bologna quando l'esplosione l'ha assassinato.
Nell'estratto audio che accompagna il video il brano finale del podcast "Un giorno nella Storia: 2 agosto 1980.
Dal podcast 10. Crimea tarda sera.


Roberto Procelli

Roberto è nato ad Anghiari, in provincia di Arezzo, il 28 luglio 1959. Faceva il servizio di leva a Bologna e la mattina del 2 agosto 1980 stava partendo per una licenza verso casa. È stato assassinato dall'esplosione.
Negli estratti audio che accompagnano il video si riconoscono le voci di Fioravanti e Gelli, nell'articolo "2 agosto 1980: la strage di Bologna. Quarant’anni di inchieste, depistaggi, bugie e misteri", pubblicato sul sito internet Open Online il 2 agosto 2020.
Dal Video 2 agosto 1980: la strage di Bologna. Quarant’anni di inchieste, depistaggi, bugie e misteri.


Romeo Ruozi

Romeo è nato a Reggio Emilia il 28 aprile 1926 ed era un pensionato. Era in Stazione a Bologna per accogliere la figlia che arrivava da San Donà per una visita. Come sempre in questi casi lui era in grande anticipo. L'esplosione l'ha assassinato.
Nell' estratto audio che accompagna il video l'articolo di Beatrice Bossi per TG2000 del 2 agosto 2018.
Dal Video Strage Bologna, 2 agosto 1980. Mattarella: "Attentato disumano ed eversivo".


Rosina Barbaro

Rosina è nata a Nociglia, in provincia di Lecce, il 16 gennaio 1922. Lei e il marito Luigi non erano abituati a viaggiare soli: con loro c'era stata sempre la figlia Annamaria. Quella volta vollero lasciarla più libera e tanto Rosina aveva il suo Luigi. L'esplosione l'ha assassinata.
Nell' estratto audio che accompagna il video i parenti delle vittime contestano Sandro Bondi
durante la commemorazione del 2 agosto 2009.
Dal Video Sandro Bondi a Bologna stazione fischi e insulti a commemorare la Strage 2 Agosto 2009.


Rossella Marceddu

Rossella è nata a Milano il 3 maggio 1961. Era in vacanza coi parenti ai Lidi Ferraresi e aveva deciso di partire prima con un'amica per raggiungere il fidanzato Fabrizio a Prarolo di Vercelli. L'esplosione l'ha assassinata.
Nell' estratto audio che accompagna il video David Marceddu, giornalista de "Il Fatto Quotidiano,
intervista ragazze e ragazzi incrociati per strada.
Dal Video BOLOGNA: Strage alla stazione del 1980, le vittime potrebbero essere 86.


Salvatore Lauro

Salvatore è nato ad Acerra, in provincia di Napoli, l' 1 agosto 1923 ed era maresciallo dell'aeronautica militare. Era in in viaggio con la moglie Velia. L'esplosione li ha assassinati, lasciando soli i loro sette figli.
Nell' estratto audio che accompagna il video la seconda parte dell'articolo "Bologna, strage 2 agosto. Vox tra i giovani: "Furono le Br, anzi no, gli anarchici" pubblicato sul canale Youtube de Il Fatto Quotidiano il 2 agosto 2014.
Dal Video Bologna, strage 2 agosto. Vox tra i giovani: "Furono le Br, anzi no, gli anarchici".


Salvatore Seminara

Salvatore è nato a Gravina, in provincia di Catania, il 12 giugno 1946 ed era molto amico di Antonino Di Paola, tanto da condividere con lui un appartamento. Erano assieme anche quel giorno, in stazione a Bologna, ad aspettare Giuseppe, il fratello di Salvatore. L'esplosione li ha assassinati.
Nell'estratto audio che accompagna il video la seconda parte dell'intervento di Paolo Bolognesi del 2 agosto 2020 in Piazza Maggiore.
Dall'audio di "40° anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980". Nella pagina web del Comune di Bologna il video non c'è più. Se ne può trovare una copia sul sito di Radio Radicale all'indirizzo web https://www.radioradicale.it/scheda/612470/2-agosto-1980-40deg-anniversario-della-strage-alla-stazione-di-bologna.


Sergio Secci

Sergio è nato a Terni il 30 gennaio 1956. Era a Bologna per un cambio treno: da Forte dei Marmi, dove aveva incontrato vecchi amici, stava andando a Bolzano per incontrare gli esponenti del gruppo teatrale "Teatro di ventura". L'esplosione lo ha ferito in modo talmente grave che riusciva a comunicare solo annuendo quando gli facevano vedere la lettera che avrebbe composto la frase. La sua agonia durò cinque giorni. Torquato, il padre, l'anno dopo creò l' Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, di cui sarebbe stato il primo presidente.
Nell'estratto audio che accompagna il video lo speciale TG1 della RAI "Una strage. Perché?" andato in onda il 3 agosto 1981.
Dal video Bologna, le ricostruzioni a un anno di distanza del 2 agosto 1980.


Silvana Serravalli

Silvana è nata a Bari l'8 agosto 1946. Era nella tavola calda a fianco la sala d'aspetto della stazione di Bologna assieme alle sue due bambine. È morta cinque giorni dopo l'esplosione.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Patrizia Messineo e Sonia Burri.
Nell' estratto audio che accompagna il video il comunicato Rai durante il TG1 delle 20 del 2 agosto 1980.
Dal video Telegiornali del 2 e 3 agosto 1980 - Strage di Bologna.


Sonia Burri

Sonia è nata a Bari il 9 luglio 1973. Era sorella, da parte di madre, di Patrizia Messineo e nipote di Silvana Serravalli. Aveva 7 anni e giocava con le sue cugine in sala d'aspetto. È morta due giorni dopo l'esplosione.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Patrizia Messineo e Silvana Serravalli.
Nell'estratto audio che accompagna il video la terza parte dell'intervento di Paolo Bolognesi del 2 agosto 2020 in Piazza Maggiore.
Dall'audio di "40° anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980". Nella pagina web del Comune di Bologna il video non c'è più. Se ne può trovare una copia sul sito di Radio Radicale all'indirizzo web https://www.radioradicale.it/scheda/612470/2-agosto-1980-40deg-anniversario-della-strage-alla-stazione-di-bologna.


Umberto Lugli

Umberto è nato a Carpi, in provincia di Modena, il 15 dicembre 1942. Era in partenza per le Isole Tremiti assieme alla fidanzata Carla. L'esplosione li ha assassinati.
Il video dedicato alla sua fidanzata Carla Gozzi. Nell'estratto audio che accompagna il video Carlo Alberto, fratello di Umberto, racconta il giorno dell'attentato e il ritrovamento del cadavere del fratello.
Dal video Strage 2 agosto, il ricordo del fratello di Umberto Lugli di Emanula Zanasi.


Velia Carli

Velia è nata a Bagni di Tivoli, in provincia di Roma, l' 1 settembre 1930. Era in in viaggio con il marito Salvatore. L'esplosione li ha assassinati, lasciando soli i loro sette figli.
Nell' estratto audio che accompagna il video la prima parte dell'articolo "Bologna, strage 2 agosto. Vox tra i giovani: "Furono le Br, anzi no, gli anarchici" pubblicato sul canale Youtube de Il Fatto Quotidiano il 2 agosto 2014.
Dal Video Bologna, strage 2 agosto. Vox tra i giovani: "Furono le Br, anzi no, gli anarchici".


Verdiana Bivona

Verdiana è nata a Castelfiorentino, in provincia di Firenze, il 2 giugno 1958. Amica di Maria e Angela Fresu e Silvana Ancillotti stavano andando tutte e quattro sul Lago di Garda. Erano in Stazione a Bologna per un cambio treno. L'esplosione ha assassinato lei, Maria e Angela.
Nell'estratto audio che accompagna il video Marina Gamberini, sopravvissuta alla strage e Gianni Minoli, grande giornalista nella puntata di "La Storia Siamo Noi dedicata alla Strage di Bologna.
Dal video Bologna 2 agosto 1980. La strage - La Storia Siamo Noi.


Vincenzina Sala

Vincenzina è nata a Pavia l'11 aprile 1930. Era in Stazione a Bologna assieme al marito Umberto, alla consuocera Bruna e al nipotino Marco in attesa che la figlia Daniela, di ritorno da Basilea, dove aveva subito un delicato intervento chirurgico. Prima che il treno arrivasse la famiglia è stata travolta dall'esplosione. Rimasero tutti gravemente feriti esclusa Vincenzina: l'esplosione l'aveva assassinata.
Nell'estratto audio che accompagna il video Andrea Speranzoni e Paolo Bolognesi, rispettivamente il legale e il presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, parlano dell'inchiesta voluta dalla Procura Generale di Bologna.
Dal video Strage 2 agosto: "Inchiesta sui mandanti completa il puzzle".


Vincenzo Lanconelli

Vincenzo è nato a Cotignola, in provincia di Ravenna, il 16 febbraio 1929. Era in Stazione a Bologna in attesa di un treno che l'avrebbe portato a Verona a vedere l' "Aida" di Verdi all'Arena. L'esplosione l'ha assassinato.
Nell'estratto audio che accompagna il video la seconda parte dell'intervento di Paolo Bolognesi del 2 agosto 2020 in Piazza Maggiore.
Dall'audio di "40° anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980". Nella pagina web del Comune di Bologna il video non c'è più. Se ne può trovare una copia sul sito di Radio Radicale all'indirizzo web https://www.radioradicale.it/scheda/612470/2-agosto-1980-40deg-anniversario-della-strage-alla-stazione-di-bologna.


Vincenzo Petteni

Vincenzo è nato a Terzolas, in provincia di Trento, il 3 agosto 1946. Era in Stazione a Bologna in attesa di un treno che l'avrebbe portato a Palermo, da dove sarebbe partito per la Tunisia, non avendo trovato posto in aereo al Marconi. L'esplosione l'ha assassinato.
Nell' estratto audio che accompagna il video frammenti delle interviste condotte da Simona Iannessa ad alcuni familiari delle vittime presenti in aula il 21 Marzo 2018, all'apertura del processo bis alla Corte d'Assise, presieduta dal giudice Michele Leoni,
per la strage del 2 Agosto 1980.
Dal video Processo bis strage di Bologna, i familiari: "Aspettiamo la verità" di Simona Iannessa.


Vito Ales

Vito è nato a Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, il 23 gennaio 1960. Era in in viaggio verso Cervia, dove era atteso per un lavoro stagionale. Aspettava un treno sul primo binario. L'esplosione l'ha assassinato.
Riccardo Bocca, giornalista de "L'Espresso" contesta le affermazioni di Buttafuoco durante la trasmissione "8 e Mezzo".
Dal video 2 AGOSTO, BOLOGNA: LA STRAGE E I COLPEVOLI.


Vito Diomede Fresa

Vito è nato a Bari il 15 febbraio 1918 ed era docente universitario. Era in viaggio assieme alla moglie Errica e al figlio Francesco. Sono stati assassinati nell'esplosione.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Errica Frigerio e Francesco Cesare Diomede Fresa.
Nell'estratto audio che accompagna il video Alessandra Diomede Fresa, l'unica rimasta di quella famiglia distrutta.
Dal Video Alessandra Diomede Fresa - Strage di Bologna.


Vittorio Vaccaro

Vittorio è nato a Palermo il 29 dicembre 1956. Era in Stazione Centrale a Bologna per accogliere una parente dalla Sicilia assieme alla madre. A casa li aspettavano la moglie Adele e la figlia di quattro anni Linda. L'esplosione ferì gravemente la madre e lo assassinò.
Nell'estratto audio che accompagna il video Agide Melloni intervistato il 2 agosto 2017 da Silvia De Santis de "Il Fatto Quotidiano".
Dal Video Strage di Bologna, intervista all'autista del bus 37 Agide Melloni.


Viviana Bugamelli

Viviana è nata a Bologna il 16 febbraio 1957 e lavorava in una azienda agricola. Si era sposata da nemmeno un anno con Paolo e stavano programmando la loro prima vacanza da sposati. Aveva appena annunciato ai familiari di attendere un bambino.
Altre vittime della stessa famiglia decedute a causa dell'attentato: Paolo Zecchi.
Nell' estratto audio che accompagna il video Riccardo Bocca, giornalista dell'Espresso, controbatte alle affermazioni negazioniste di Pietrangelo Buttafuoco, allora giornalista di La7.
Dal video 2 AGOSTO, BOLOGNA: LA STRAGE E I COLPEVOLI.


I Mandanti



Solo dopo quarant'anni si delinea un quadro generale abbastanza attendibile, poiché le indagini sono ancora in corso. Si intuisce che i mandanti possono essere individuati a più livelli della politica, anche mondiale. Purtroppo però, essendo scomparsa tutta una linea di intermediari tra i mandanti e gli esecutori, diventa sempre più difficile individuarli.
Il 16 aprile 2021 è stato comunque avviato il nuovo processo ( III Bis ) in cui si cercherà di trovare conferma sui sospetti che da decenni gravano su questo crimine e individuare i mandanti di quella terribile strage. Per questo la Corte d’Assise di Bologna ha indagato Paolo Bellini ( il quinto uomo del gruppo esecutore che piazzò l'ordigno in stazione, ma anche ruolo di rilievo nelle trattative fra Stato e mafia avvenute fra gli omicidi di Capaci - dove morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini di scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani - e la Strage Via D'Amelio - dove morirono Paolo Borsellino e cinque elementi della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina - e le bombe esplose a Firenze, Roma e Milano nel 1993. Senza contare i delitti di cui si è macchiato in Emilia-Romagna per conto della 'ndrangheta, crimini di cui lui stesso ha ammesso la responsabilità ), Piergiorgio Segatel ( ex investigatore dei carabinieri di Genova accusato di depistaggio ) e Domenico Catracchia ( amministratore di immobili spesso utilizzati dalle Brigate Rosse, dai Servizi Segreti e dai NAR. Un quarto elemento, Quintino Spella ( ex generale del Sisde e imputato per depistaggio ), è deceduto.


Gli organizzatori




Licio Gelli, Mario Tedeschi, Umberto Ortolani e Federico Umberto D'Amato. Questi sono gli individui che tutti, nel Mondo, devono saper associare al più meschino disegno di eversione della democrazia in Italia, disegno che, guardando la politica italiana degli ultimi trent'anni, è più che riuscito.

Chi era Licio Gelli
Su Licio Gelli è necessaria una piccola premessa: i personaggi come lui non sono una prerogativa italiana. Per niente. Basta perdere un po' di tempo a informarsi e si scopre che ogni periodo storico e ogni etnia hanno avuto uno o più Licio Gelli.

Su Wikipedia si trova scritto che Licio Gelli "è stato un criminale italiano" e decisamente la definizione calza a pennello. Eppure, allo stesso tempo, tale definizione è riduttiva nel descrivere le sue responsabilità perché se è vero che le sue azioni possono tranquillamente essere etichettate con quella definizione la sua intuizione basica è fondamentale per realizzare quello che lui ha realizzato. Intendiamoci: il fatto che lui sia stato il più terribile criminale italiano non fa di Gelli un genio del male, anzi: è solo un farabutto che ha anteposto i propri obiettivi a qualsiasi cosa e per raggiungerli non s'è fatto scrupolo di organizzare omicidi, stragi e legami con le peggio persone. Gli unici aspetti demoniaci sono forse la sua caparbietà e la sua lucidità. Null'altro. Caparbietà nel perseguire il suo fine, che è stato quello di arricchirsi oltre misura, spinto da una cupidigia senza eguali e, per ottenere tale ricchezza, ha utilizzato al meglio l'unica vera forza di quella dimensione che è il 'potere': le informazioni necessarie a sapere "dove conviene avere le mani in pasta". La vita di Licio Gelli è tarata solo su questo aspetto.

Nato a Pistoia nel 1919 ha vissuto l'infanzia e l'adolescenza in un contesto contadino ma a diciott'anni, nel pieno del Regime Fascista e imbottito di propaganda mussoliniana, partì volontario nel 735º battaglione Camicie Nere per partecipare alla Guerra civile spagnola in aiuto delle truppe nazionaliste del generale fascista Francisco Franco. Tornato un anno dopo in Italia, scrive la sua esperienza di guerra a puntate sul Ferruccio, il settimanale della locale federazione fascista, puntate raccolte in un libercolo da lui stesso prodotto dal titolo "Fuoco! Cronache legionarie della insurrezione antibolscevica di Spagna". Grazie a questa sua iniziativa viene notato dal Mussolini che gli spiana la strada all'interno partito fascista. Diviene quindi impiegato del GUF ( Gruppi universitari fascisti ) anche se, essendogli stata impedita la frequentazione da adolescente per atti di teppismo, non può certo essere iscritto ad alcuna università.

Fin qui nulla d'eccezionale se non che, nel luglio 1942, a soli ventitre anni, gli fu affidato l'incarico di trasportare in Italia il tesoro di re Pietro II° di Jugoslavia, trafugato dal Governo Italiano. Era decisamente un bel bottino ( sessanta tonnellate di lingotti d'oro, due di monete antiche, sei milioni di dollari, due milioni di sterline ) e Gelli non si fa sfuggire l'occasione. Infatti, quando nel 1947 il tesoro viene restituito alla Jugoslavia, mancavano venti ( 20! ) tonnellate di lingotti. Essendo il criminale responsabile dell' operazione è facile supporre chi sia stato a sottrarre quel tesoro. Certo, è solo una congettura e Gelli, creatura notoriamente innocente, ha sempre negato di saperne qualcosa ed è solo una fortuita coincidenza se parte di queste venti tonnellate vengono poi ritrovate nelle fioriere della sua abitazione storica, la famosa Villa Wanda ( villa a cui fu dato il nome di sua moglie ) come sono squallide illazioni le supposizioni per cui quel tesoro sia stato trasferito in Argentina, lontano da occhi indiscreti.

Dopo l'armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943, in cui l'Italia si arrende agli alleati anglo-americani, i fascisti si rifugiano a Salò, in provincia di Brescia, e Gelli aderisce alla Repubblica Sociale Italiana, l'ultimo sprazzo di 'mortalità' del PFI ( Partito Fascista Italiano ), divenendo un ufficiale di collegamento fra il governo fascista e il Terzo Reich. Di lì a poco diventa chiaro persino ai fascisti che Hitler non ha più alcuna speranza e a quel punto Gelli semplicemente cambia bandiera come nulla fosse e inizia a collaborare con i partigiani facendo di fatto il doppiogiochista. Se lo può permettere grazie alle conoscenze abilmente acquisite durante la guerra. Grazie alla sua posizione all'interno del partito può rilasciare documentazioni utili ai partigiani e contemporaneamente può fornire notizie false ai suoi superiori. Agevola in questo modo la liberazione di prigionieri politici dal carcere delle Ville Sbertoli, effettuata dal partigiano Silvano Fedi e dalle sue Squadre Franche Libertarie. Stranamente, qualche tempo dopo, Silvano Fedi viene ucciso in circostanze poco chiare in un'imboscata di una pattuglia tedesca ( la pagina dell'ANPI dedicata a Fedi e la pagina di Wikipedia dedicata a Fedi ).

Alla fine della guerra Gelli rischia di essere riconosciuto e linciato dai partigiani se non fosse per le sue 'amicizie' del Comitato di Liberazione Nazionale ( CLN ) che lo dotano di un "attestato di benemerenza partigiana". In quello stesso periodp entra in contatto con il CIC ( Counter Intelligence Corsp ) della quinta armata statunitense per cercare di fornire unformazioni ma questo non gli è sufficiente: nel settebre 1945 viene arrestato e rinchiuso al carcere di Cagliari. È da lì che invia al SIFAR ( Servizio informazioni forze armate i Servizi Segreti Italiani ) cinqanquanta nominativi di collaborazionisti tedeschi di Pistoia, sempre sperando di ottenere qualche vantaggio. La cosa veramente che fa comprendere come veramente Gelli si muove per ottenere ciò che vuole è che nel periodo tra il 1947 e il 1950 riesce a entrare in contatto ( e diventare loro collaboratore ) coi dirigenti del Kominfor, il cartello dei partiti comunisti dell' URSS, della Polonia, della Cecoslovacchia, dell'Ungheria, della Romania, della Bulgaria, della Iugoslavia, dell'Italia, della e Francia, dell'Olanda e dell'Albania, chiamato anche Ufficio d’informazione dei partiti comunisti ( Informacionnoe biuro Kommunističeskich i rabočich partij ).

Ottenuta la libertà è a un certo punto autista-segretario del deputato democristiano Romolo Diecidue e viene introdotto alla Permaflex, dove pressto diventa direttore commerciale. Alla posa della prima pietra della sede di Frosinone intervengono della sede di Frosinone, alla cui inauguzarzione . Durante quel periodo lo stabilimento è un brulicare di politici, ministri, vescovi e militari di alto grado. Nel 1963 viene introdotto nel mondo della massoneria in Italia. Col suo fare scaltro in breve tempo scala tutta la gerarchia fino a diventare maestro venerabile della loggia Propaganda 2 (detta P2). Da quel momento Gelli inizia a tessere le proprie trame. Siamo negli anni settanta del ventesimo secolo. Gelli indirizza illustri politici, grandi imprenditori e importanti militari alla P2. Il numero di persone che lentamente vengono inserite nella Loggia Massonica P2 è sempre più rilevante. La caratteristica che contraddistingue la P2 è la discrezione estrema al punto che alcuni nomi di aggregati sono noti solo a Gelli grazie al metodo dell'aggregazione verbale.

Licio Gelli coltiva anche buoni rapporti con l'argentino Roberto Eduardo Viola e il suo degno "collega" Emilio Massera, artefici del colpo di stato argentino del 1976. In quel periodo orribile per il popolo argentino Gelli si fregia di ottenere un passaporto diplomatico argentino. In una delle missive ritrovate a Villa Wanda ve n'è una di Massera dove, pochi giorni dopo il golpe del 28 marzo 1976, scrive a Gelli per esprimere "la sua sincera allegria per come tutto si fosse sviluppato secondo i piani prestabiliti" e augurargli "un governo forte e fermo sulle sue posizioni e nei suoi propositi che sappia soffocare l'insurrezione dei dilaganti movimenti di ispirazione marxista". I rapporti tra Gelli e quei miserabili assassini continueranno anche dopo la caduta della dittatura Argentina.

Gelli procede col suo piano eversivo: fa della P2 la massoneria qualificata per concentrare il potenziale di personalità che potranno realizzare il progetto denominato "Piano di rinascita democratica" ( il testo è stato sequestrato alla figlia, Maria Grazia Gelli, durante una delle varie perquisizioni. Il testo integrale del piano è riportato sulla pagina web Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 nella pagina Memorandum sulla situazione politica in Italia e Piano di rinascita democratica ).

ATTENZIONE: molti ( troppi ) degli obiettivi escogitati da Gelli e compagnia sono stati messi ampiamente in pratica da svariati gruppi politici nel tempo, come evidenzia il giornalista Marco Travaglio nell'articolo LICIO GELLI E IL PIANO DI RINASCITA:LE COSE FATTE, LE COSE DA FARE pubblicato nel luglio 2010 su Il Fatto Quotidiano.

Il piano è redatto da Francesco Cosentino su istruzioni precise dello stesso Gelli.

Chi era Giuseppe Cosentino?
Cosentino è stato un politico in forza alla Democrazia Cristiana, braccio destro di Giulio Andreotti e mandante di omicidi illustri come quello di Carlo Alberto Dalla Chiesa e, ovviamente, tesserato alla Loggia P2. Un altro progetto di Gelli prevedeva che Cosentino, nel 1970, avrebbe dovuto arrestare il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, nell'ambito del fallito colpo di stato chiamato Golpe Borghese. A quel punto una valanga di sospetti, tutti avvalorati da più fatti, si abbatterono su Gelli: comparirono i nomi dell'organizzazione Gladio, "una struttura segreta di tipo Stay-behind, promossa dalla NATO ( North Atlantic Treaty Organization - Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord ) e finanziata in parte dalla CIA ( Central Intelligence Agency - Agenzia d'Informazioni Centrale ) allo scopo di contrastare l'influenza comunista in Italia, così come negli altri Stati europei" ( frase tratta da Wikipedia ).


Così siamo al 2 agosto 1980,
il giorno in cui esplode
il micidiale ordigno
alla Stazione Centrale di Bologna
e si ha la più orrenda strage
della Repubblica Italia.


Nonostante gli immediati tentativi di depistaggio ( la famosa caldaia ) le indagini si dirigono verso l'eversione nera. I magistrati sono già sul chi vive già da anni per via dei vari attentati e fatti di sangue della cosiddetta Strategia della tensione, attentati apparentemente privi di una linea ideologica unica ma sempre realizzati da gruppi di neofascisti e rivendicati con convinzione dagli stessi. La questione agghiacciante è che detti attentati sono sempre coperti da depistaggi e coperture dei servizi segreti italiani. Il fatto di sangue che colpisce e spinge gli inquirenti a puntare le indagini su ciò che è l'universo eversivo italiano omicidi quello del sostituto procuratore Mario Amato, incaricato di condurre le principali inchieste sui movimenti eversivi di destra, omicidio effettuato proprio da Cavallini e Ciavardini. Dopo circa un mese una trentina di estremisti della destra romana vengono arrestati e il nome di Gelli comincia a venir fuori. Gelli, che fino a quel momento è riuscito a nascondere tutta la ragnatela di interessi, collusioni, giochi di potere, scambi di favore e l'enorme ordito eversivo, diventa latitante.

Nel 17 marzo 1981 i magistrati Colombo ( famoso anche per le inchieste su Giorgio Ambrosoli, l'avvocato incaricato di gestire il commissariamento della Banca Privata Finanziaria gestita da Michele Sindona e assassinato da un malavitoso americano, tale William Joseph Aricò, assoldato a tal fine dallo stesso Sindona -, su Mani pulite, sui processi Imi-Sir/Lodo Mondadori/SME e Giuliano Turone fanno perquisire Villa Wanda ad Arezzo e la fabbrica La Giole a Castiglion Fibocchi, tutte di proprietà di Licio Gelli, sperando di trovare prove sul finto rapimento subito e orchestrato da Sindona. Tali perquisizioni portano alla scoperta della famosa lista di affiliati alla Loggia P2. La lista, oltre a includere politici, industriali, giornalisti, mafiosi, trafficanti d'armi e altri prelati, includeva l'intero gruppo dirigente dei servizi segreti italiani. La scoperta della lista destò scalpore presso l'opinione pubblica, che frastornata da alcuni nomi altisonanti quali, fra gli altri, Silvio Berlusconi, Vittorio Emanuele di Savoia, e Maurizio Costanzo, non si renderà mai conto dell'immenso potere gestito da Gelli. La lista definitiva è impressionante anche per il numero di aggregati: di nomi, tutti importantissimi, se ne contano più di tremila. Vista la situazione Licio Gelli, come da copione, fugge in Svizzera dove però viene arrestato il 13 settembre 1982 mentre tenta di ritirare decine di migliaia di dollari da una banca di Ginevra. Il 10 agosto 1983 evade per fuggire in Sudamerica. Preparato il campo per il suo ritorno Europa, nel 1987, ritorna in Svizzera e si costituisce.

Gelli si rivela così il cardine organizzativo di tutta la gigantesca operazione che porta alla Strage di Bologna. Senza l'esistenza della sua organizzazione massonica quella strage non si sarebbe potuta realizzare. I suoi legami coi servizi segreti italiani, coi militari, con la malavita organizzata, con il vecchio e nuovo fascismo e l'imponente disponibilità di denaro hanno potuto garantire quell'atto scellerato che coincide, di fatto, con la fine della Prima Repubblica ( ufficializzata un decennio dopo ) e la nascita della Nuova Repubblica: non a caso Mani Pulite e Tangentopoli cominciano nel 1992, lo stesso anno in cui vengono assassinati Falcone e sua moglie, Borsellino e le loro scorte, si crea il vuoto politico e giuridico che permetterà a Silvio Berlusconi ( tessera P2 n. 1816 ) di attivarsi in politica e divenire nel 1994 Presidente del Consiglio, nonotante i fortissimi legami con la mafia che già in quell'epoca erano evidenti. Difficile pensare che siano coincidenze. Gelli, con Stefano Delle Chiaie ed altri imputati verrà coinvolto nel processo per la Strage di Bologna.

Ma torniamo agli inizi anni '80. Alla fine del 1981, lo scandalo derivato dalla pubblicazione della lista da parte degli organi d'informazione rivela che molte delle più delicate cariche della Repubblica italiana sono coinvolte nell'organizzazione di Gelli. Il Parlamento italiano cerca di porre rimedio agli occhi dell'opinione pubblica ed emana una legge per mettere al bando le associazioni segrete in Italia. Contemporaneamente viene creata una commissione parlamentare d'inchiesta su Gelli e la P2, presieduta dalla deputata Tina Anselmi ( deputatata della Democrazia Cristiana ), che definisce la P2 "uno strumento neutro di intervento per operazioni di controllo e di condizionamento".

Un altro risultato delle indagini è la scoperta del fatto che nel 1979 Sindona attuò un tentativo estremo di salvataggio delle sue banche e nascondendosi in Sicilia, aiutato da esponenti massoni e mafiosi, simulando un rapimento: durante questo periodo mandò ad Arezzo il suo medico di fiducia Joseph Miceli Crimi ( ovviamente affiliato alla P2 ) per convincere Gelli a continuare a fare pressioni ai suoi precedenti alleati politici, tra cui Giulio Andreotti, per portare a buon fine il salvataggio delle sue banche e recuperare il denaro sporco investito per conto dei boss mafiosi: in cambio Sindona avrebbe offerto a Gelli la cosiddetta "lista dei cinquecento", l'elenco di notabili che avevano esportato per lui capitali illegalmente. I tentativi di salvataggio fallirono e Michele Sindona fu arrestato e condannato all'ergastolo nel 1986. Morì due giorni dopo la sentenza a causa di un caffè avvelenato.

Qualche anno dopo Gelli è indagato in relazione al fallimento finanziario del Banco Ambrosiano e al suo eventuale coinvolgimento nell'omicidio del banchiere milanese Roberto Calvi ( naturalmente affiliato alla P2 ), che è stato in carcere proprio per il crack dell'Ambrosiano e, dopo essere tornato in libertà, viene ritrovato impiccato ( con le mani legate dietro la schiena ) sotto il Blackfriars Bridge a Londra. Gelli e Calvi avevano investito denaro sporco nello IOR - Istituto per le opere di religione e nel Banco Ambrosiano per conto del boss mafioso Giuseppe Calò, che curava gli interessi finanziari del clan dei Corleonesi.

Un piccolo ed emblematico raccontino, giusto per ribadire di che persone si parla: nel 1987 la tomba di Juan Perón, presidente argentino simpatizzante del fascismo mussoliniano, fu profanata e furono asportate le mani del cadavere. Misteriosi gli esecutori. Curioso però il fatto che per recuperare i valori depositati dal presidente argentino presso alcuni istituti bancari di Ginevra fossero necessarie le sue impronte digitali. Malelingue ricordano che Gelli aveva trasferito in Argentina parte del bottino di re Pietro II° di Jugoslavia. I beni di Peron sono stati prelevati dalla banca di Ginevra. Anche in questo caso la riservatezza dell'operazione è stata garantita.

Alla fine Gelli viene condannato nel 1994 a dodici anni di carcere, dopo essere stato riconosciuto colpevole della frode riguardante la bancarotta del Banco Ambrosiano nel 1982 dove era stato trovato un 'buco' di 1 miliardo e 300.000 dollari. Alloo stesso scandalo è stato collegato collegato lo IOR. Il copione è è sempre lo stesso: Gelli ci riprova e fugge mentre è in libertà sulla parola, per essere infine arrestato sulla riviera francese a Villefranche sur Mer. Dal 2001 fino alla morte, Licio Gelli è stato in detenzione domiciliare a Villa Wanda.

L'11 febbraio 2020 la procura generale di Bologna lo ha indicato come uno dei quattro organizzatori e finanziatori della strage di Bologna insieme a Mario Tedeschi, Umberto Ortolani, e Federico Umberto D’Amato.

• Fonte: il libro "Malpaese: criminalità, corruzione e politica nell'Italia della prima Repubblica, 1943-1994" di Alessandro Silj, Donzelli Editore 1994 e la pagina di Wikipedia italiana su Licio Gelli •




Chi era Mario Tedeschi?
Su Wikipedia, per quanto riguarda Mario Tedeschi, si trova invece scritto che "Mario Tedeschi (Roma, 9 settembre 1924 – Roma, 8 novembre 1993) è stato un giornalista e politico italiano e che fu il successore di Leo Longanesi alla direzione della rivista Il Borghese, che condusse per 36 anni fino alla morte.". Mai definizionone è stata più riduttiva: Mario Tedeschi è stato un criminale fascista e piduista, organizzatore, assieme Gelli, Ortolani e D'Amato della Strage di Bologna
e non c'è nulla di ciò che ha fatto in vita in grado di riqualificarlo da tale responsabilità.
Crescituo in piena "Era Fascista" ebbe, appunto, la sua prima esperienza di giornalismo nella rivista Roma Fascista.

Come il suo degno compare e amico Licio Gelli, dopo l'Armistizio dell'8 settembre 1943, aderì alla Repubblica Sociale Italiana, combattendo a fianco dei nazisti e ricevendo persino la famigerata Eisernes Kreuz ( la croce di ferro nazista ).

Dopo la fine della guerra, si getta con impegno all'editoria collaborando con qualche testata giornalistica e diventando redattore del quotidiano Il Tempo. Nel 1950 passa a "Il Borghese", rivista di destra ( ora solo online ). Alla morte di Longanesi, creatore della rivista, Tedeschi rileva la proprietà del settimanale e ne assume la direzione.

Nel 1966 Tedeschi, a confermare ulteriormente la sua onestà intellettuale, collabora assieme a D'Amato all'Operazione Manifesti Cinesi, la campagna di disinformazione ai danni del PCI - Partito Comunista Italiano facendo stampare per mesi e illegalmente dei manifesti inneggianti alla Unione Sovietica stalinista. I manifesti erano a firma di fantomatici quanto inesistenti gruppi comunisti italiani stalinisti. Furono invece scritti da Giuseppe Bonanni, irriducibile fascista nostalgico della RSI - Repubblica Sociale Italiana diffusi grazie all'organizzazione di Stefano Delle Chiaie.

Nel 1972 aderisce ufficialmente al Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale solo per poter essere eletto senatore, carica che ricopre nel 1972 e nel 1976. Nel 1977 è tra i fondatori di Democrazia Nazionale - Costituente di destra, partito di estrema destra.

È morto l'8 novembre 1993, purtroppo molto prima dell'11 febbraio 2020, data in cui la procura generale di Bologna lo identifica come uno dei quattro mandanti, organizzatori o finanziatori della strage alla stazione di Bologna insieme a Licio Gelli, Umberto Ortolani, e Federico Umberto D’Amato, inchiodandolo alle sue responsabilità di assassino.

• Fonte: la pagina di Wikipedia italiana su Mario Tedeschi •




Chi era Umberto Ortolani?
Umberto Ortolani, faccendiere e massone, è stato definito come l’eminenza finanziaria della Loggia Massonica P2, avendo favorito lo sviluppo degli affari di Licio Gelli in Sud America e con il Vaticano. Infatti il suo legame con l'Arcivescovo Cattolico Monsignor Marcinkus ( tra le tante cariche da lui ricoperte era segretario dello IOR ) era strettissimo.

Nel dopoguerra diventa amministratore delegato della Ducati. Introdotto dal Cardinale di Bologna, Giacomo Lercaro, in ambienti altolocati tesse una trama di amicizie ecclesiastiche, con il mondo della politica e dell'industria. Così diventa Presidente dell'Agenzia Giornalistica Italia, Presidente dell'Istituto nazionale per le case degli impiegati statali ( INCIS ), Presidente dell'Ente Terme e Presidente della Federazione della Stampa Italiana all'Estero. Il tutto lo si deve anche all'amicizia che col tempo ha rafforzato con Licio Gelli e alla sua affiliaione con la Loggia P2.

Il suo impero finanziario cresce a dismisura quando, nel settembre 1983, a causa delle accuse dei magistrati italiani di essere al centro di intrighi finanziari quali il crack Ambrosioano, il Caso Rizzoli e il suo coinvolgimento nella Loggia P2, la Guardia di Finanza riesce a sequestare a Ortolani la Bafisud - Banco Financiero Sudamericano, una trentina di grandi aziende agricole in Uruguay, una casa editrice, tre grattacieli e migliaia di ettari coltivati tra Argentina, Paraguay e Brasile. Ortolani fa come i suoi compari Gelli e Tedeschi: si rende latitante, inseguito da due mandati di cattura internazionali, uno dei quali è proprio per il suo coinvolgimento nella Strage di Bologna, rifugiandosi in Brasile ( il cui governo si è sempre rifiutato di arrestarlo, adducendo come dubbia motivazio il fatto che "dal 1978 aveva preso la cittadinanza brasiliana").

Il 21 giugno 1989 Ortolani rientra in Italia. All'aeroporto di Malpensa, la Guardia di Finanza gli notifica i due mandati di cattura e lo arresta, rinchiudendolo in carcere carcere. Uscito sotto cauzione rimane qomunque in Italia dove, il 28 gennaio 1994, viene condannato a quattro anni di reclusione per concorso in bancarotta nell'ambito della gestione del Caso Rizzoli.

Nel 1996, nel processo a carico della loggia P2, viene assolto dall'accusa di cospirazione politica contro i poteri dello Stato ma nell'aprile 1998 la Corte di Cassazione conferma l'accusa e rende definitiva la condanna a 12 anni per il crack del Banco Ambrosiano. Ortolani, che vive a Roma, non torna in carcere a causa delle sue cattive condizioni di salute. Il Tribunale di Sorveglianza di Roma sospende, infatti, l'esecuzione della pena a causa della sua malattia. Di lì a poco Ortolani muore. È il 17 gennaio 2002.

Nel febbraio del 2020 la procura generale di Bologna emette la sentenza definitiva che lo inchioda alle responsabilità relative alla strage di Bologna insieme a Licio Gelli, Mario Tedeschi e Federico Umberto D'Amato, in quanto anch'esso organizzatore e finanziatore della strage.

• Fonte: la pagina di Wikipedia italiana su Umberto Ortolani •




Chi era Federico Umberto D'Amato?
Federico Umberto D'Amato è stato un funzionario italiano, dirigente generale di pubblica sicurezza, direttore dell'Ufficio Affari Riservati del Ministero dell'interno dal 1971 al 1974, che ha sfruttato le sue conoscenze per organizzare e finanziare l'orribile Strage di Bologna, complici di Licio Gelli, Umberto Ortolani e Mario Tedeschi.

Nato a Marsiglia visse la gioventù tra Parigi e Roma. Entrato in polizia durante la Seconda guerra mondiale da giovane diviene subito vicecommissario della Regia Guardia per la Pubblica Sicurezza.

Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 cambia bandiera con nonchalance e diventa agente segreto alleato, lavorando alle dipendenze di James Angleton, capo del Servizio Segreto USA, l'OSS - Office of Strategic Services compiendo varie operazioni di vero e proprio controspionaggio.

Finita la guerra, è assegnato all'Ufficio Politico della Questura di Roma, di cui divenne dirigente. Non solo: in seguito diviene sovrintendente alla Segreteria speciale Patto Atlantico, l'organizzazione che lega l'Italia alla NATO e agli Stati Uniti d'America e inserito nella questura di Firenze.

Nel 1965 promuove l'Operazione manifesti cinesi, cercando di far ricadere la responsabilità su esponenti interni al partito comunista italiano, strategia descritta dettagliatamente nel documento La nostra azione politica, sequestrato nel 1974 nella sede dell’Aginter Press a Lisbona. Il progetto è realizzato per anni grazie alla collaborazione del direttore del periodico Il Borghese, Mario Tedeschi e del movimento neofascista di Avanguardia Nazionale di Stefano Delle Chiaie.

Puta caso diventa Vice direttore degli Affari riservati dal 1969 al 1974. Quelli sono infatti quelli gli anni in cui si delinea la Strategia della tensione e degli opposti estremismi. Due giorni dopo la Strage di Piazza della Loggia viene rimosso dal ministro dell'interno Paolo Emilio Taviani in persona e 'confinato' a dirigere la Polizia di Frontiera, continuando ad avere grande influenza sull'ufficio fino alla sua chiusura nel 1978. Nel 1981 scoppia lo scandalo P2 e indovinate chi era iscritto alla loggia? Proprio lui, Federico Umberto D'Amato, con la tessera 1643.

Dopo la sua morte, avvenuta il 1° luglio 1996, alcuni giudici, tra cui Carlo Mastelloni, Pietro Saviotti e Guido Salvini, ordinarono una serie di perquisizioni su quelle che erano sue proprietà rinvenendo migliaia di fascicoli riconducibili a fatti e persone definito un archivio parallelo a quello del Viminale, nel quale vi sono raccolte informazioni legate ad attività di spionaggio interno. In particolare, il 17 agosto 1996, vengono ritrovati in una palazzina in circonvallazione Appia circa 150 mila fascicoli dello stesso tipo e mai catalogati.

Federico Umberto D'Amato è stato accusato di aver svolto un'intensa attività di depistaggio delle indagini sull’eversione di destra e nella copertura dei responsabili delle stragi di quegli anni. L'11 febbraio 2020 la Procura generale di Bologna, nella chiusura delle indagini, lo ha indicato come uno dei quattro organizzatori e finanziatori della strage alla stazione di Bologna assieme a Licio Gelli, Umberto Ortolani e Mario Tedeschi.

• Fonte: la pagina di Wikipedia italiana su Federico Umberto D'Amato •




Al momento delle sentenze tutti e quattro i criminali erano deceduti già da tempo.





Gli esecutori

Per gli esecutori non ho intenzione di spendere la minima energia per soddisfare la loro fame di notorietà o di commiserazione o di spavalderia. Non ci sono aggettivi per qualificarli e non lo farò. Mi limiterò ai fatti essenziali.

Francesca Mambro è nata il 25 aprile 1958.

Il 28 maggio 1980 fa parte del gruppo armato di ragazzini che uccide il poliziotto Francesco Evangelista col solo intento di rubargli l'arma.
Mambro ha 21 anni. Per questo crimine verrà condannata all'ergastolo.

Il 23 giugno 1980 è mandante dell'omicidio di Mario Amato, Sostituto procuratore della Repubblica di Roma, colpevole di portare avanti le inchieste sul terrorismo nero nel Lazio.
Mambro ha 21 anni. Per questo crimine verrà condannata all'ergastolo.

Il 2 agosto 1980 fa parte del commando che mette l'ordigno assassino alla Stazione di Bologna.
Mambro ha 21 anni. Per questo crimine verrà condannata all'ergastolo.

Il 9 settembre 1980 fa parte del commando armato di ragazzini che commette l'omicidio di Francesco Mangiameli
per una mera questione di soldi.
Mambro ha 21 anni. Per questo crimine verrà condannata all'ergastolo.

Il 5 febbraio 1981, mentre col solito gruppetto di complici tenta di recuperare un borsone pieno di armi da un canale, viene intercettata dai Carabinieri Enea Codotto e Luigi Maronese, che vengono massacrati. Almeno Valerio Fioravanti viene ferito alle gambe e poco dopo viene arrestato.
Mambro ha 21 anni. Per questo crimine verrà condannata all'ergastolo.

Il 31 luglio 1981 partecipa all'omicidio di Giuseppe De Luca, terrorista come lei, per una mera questione di soldi.
Mambro ha 21 anni. Per questo crimine verrà condannata all'ergastolo.

Il 30 settembre 1981 partecipa all'omicidio di Marco Pizzari, un probabile collaboratore di giustizia.
Mambro ha 21 anni. Per questo crimine verrà condannata all'ergastolo.

Il 21 ottobre 1981 partecipa agli omicidi di Francesco Straullu, un poliziotto della DIGOS dai modi non certo da forza dell'ordine, accusato negli ambienti della destra di essere un poliziotto dedito alla violenza e alla tortura,
e del suo collega Ciriaco De Roma.
Mambro ha 21 anni. Per questo crimine verrà condannata all'ergastolo.

Il 5 marzo 1982, mentre col solito commando sta rapinando una banca, comincia un conflitto a fuoco con le Forze dell'Ordine dove l'ignaro Alessandro Caravillani, che passava di lì per caso, viene ucciso sul colpo. Mambro viene ferita all'inguine e suoi compagni decidono di abbandonarla in un vicino Pronto Soccorso dove, finalmente, viene arrestata.
Mambro ha 21 anni. Per questo crimine verrà condannata all'ergastolo.

Totale omicidi: 95. Totale Feriti: oltre duecento.
Se proprio vogliamo darle credito sulla sua estraneità ai fatti di Bologna rimangono comunque 10 omicidi
per cui meritava l'ergastolo.
Dal 16 settembre 2013 è libera poiché, per legge, la sua pena è ritenuta estinta.



Giuseppe Valerio Fioravanti detto Giusva è nato il 28 marzo 1958.

Il 28 febbraio 1978 fredda per il solo motivo di appartenere a un'ideologia diversa dalla sua, l'operaio Roberto Scialabba già ferito dal fratello Cristiano Fioravanti.
Fioravanti ha 19 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 17 dicembre 1979, un gruppo congiunto di militanti di Terza Posizione e dei NAR organizza un agguato ai danni dell'avvocato Giorgio Arcangeli, ritenuto responsabile della cattura del leader neofascista Pierluigi Concutelli. Fioravanti, che non ha mai visto l'avvocato e ne aveva solo una sommaria descrizione, uccide al suo posto il giovane Antonio Leandri, un passante che è lì per caso.
Fioravanti ha 20 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 6 febbraio 1980 Fioravanti e Giorgio Vale uccidono un poliziotto diciannovenne Maurizio Arnesano col solo intento di rubargli l'arma.
Fioravanti ha 21 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 28 maggio 1980 fa parte del gruppo armato di ragazzini che uccide il poliziotto Francesco Evangelista col solo intento di rubargli l'arma.
Fioravanti ha 22 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 23 giugno 1980 commette assieme a Ciavardini e Cavallini l'omicidio di Mario Amato, Sostituto procuratore della Repubblica di Roma, colpevole di portare avanti le inchieste sul terrorismo nero nel Lazio.
Fioravanti ha 22 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 2 agosto 1980 fa parte del commando che mette l'ordigno assassino alla Stazione di Bologna.
Fioravanti ha 22 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 9 settembre 1980 fa parte del commando armato di ragazzini che commette l'omicidio di Francesco Mangiameli
per una mera questione di soldi.
Fioravanti ha 22 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 5 febbraio 1981, mentre col solito gruppetto di complici tenta di recuperare un borsone pieno di armi da un canale, viene intercettato dai Carabinieri Enea Codotto e Luigi Maronese, che vengono massacrati. Almeno Valerio Fioravanti viene ferito alle gambe.
Fioravanti ha 23 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Totale omicidi: 93. Totale Feriti: oltre duecento.
Se proprio vogliamo dargli credito sulla sua estraneità ai fatti di Bologna rimangono comunque 8 omicidi
per cui meritava l'ergastolo.
Dall' aprile 2009 è libero poiché, per legge, la sua pena è ritenuta estinta.



Luigi Ciavardini è nato il 29 settembre 1962.

Il 28 maggio 1980 fa parte del gruppo armato di ragazzini che uccide il poliziotto Francesco Evangelista col solo intento di rubargli l'arma.
Ciavardini ha 17 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 23 giugno 1980 commette assieme a Fioravanti e Cavallinil'omicidio di Mario Amato, Sostituto procuratore della Repubblica di Roma, colpevole di portare avanti le inchieste sul terrorismo nero nel Lazio.
Ciavardini ha 17 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 2 agosto 1980 fa parte del commando che mette l'ordigno assassino alla Stazione di Bologna.
Ciavardini ha 17 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 3 ottobre 1980, Ciavardini viene arrestato assieme a Nanni De Angelis, uno dei leader di Terza Posizione. Durante la notte del 5 ottobre, De Angelis è scambiato per Ciavardini, viene massacrato di botte da alcuni agenti mai identificati. Per le lesioni interne De Angelis fu ricoverato in ospedale ma subito dimesso.
Morì in carcere dopo essere stato dimesso dall'ospedale: fu trovato impiccato nella sua cella d'isolamento.

Totale omicidi: 87. Totale Feriti: oltre duecento.
Se proprio vogliamo dargli credito sulla sua estraneità ai fatti di Bologna rimangono comunque 2 omicidi
per cui meritava l'ergastolo.
Dal 1990 è libero poiché, per legge, la sua pena è ritenuta estinta.



Gilberto Cavallini è nato il 26 settembre 1952.

Il 27 aprile 1976 fa parte del gruppo di estremisti di destra che uccide Gaetano Amoroso durante una rissa.
Cavallini ha 23 anni. Per questo crimine verrà condannato a 13 anni e mezzo di reclusione.

Il 28 maggio 1980 fa parte del gruppo armato che uccide il poliziotto Francesco Evangelista col solo intento di rubargli l'arma.
Cavallini ha 27 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 2 agosto 1980 fa parte del commando che mette l'ordigno assassino alla Stazione di Bologna.
Cavallini ha 27 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 26 novembre 1980 uccide il brigadiere Ezio Lucarelli durante una perquisizione in un' autofficina.
Cavallini ha 28 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 5 febbraio 1981, mentre col solito gruppetto di complici tenta di recuperare un borsone pieno di armi da un canale, viene intercettato dai Carabinieri Enea Codotto e Luigi Maronese, che vengono massacrati. Almeno Valerio Fioravanti viene ferito alle gambe.
Cavallini ha 28 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 30 settembre 1981 partecipa all'omicidio di Marco Pizzari, un probabile collaboratore di giustizia.
Cavallini ha 29 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 21 ottobre 1981 partecipa agli omicidi di Francesco Straullu, un poliziotto della DIGOS dai modi non certo da forza dell'ordine, accusato negli ambienti della destra di essere un poliziotto dedito alla violenza e alla tortura,
e del suo collega Ciriaco De Roma.
Cavallini ha 29 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Il 24 giugno del 1982 partecipa, con Walter Sordi, Vittorio Spadavecchia e Pierfrancesco Vito, altri tre terroristi, a uno scontro a fuoco con gli agenti Antonio Galluzzo e Giuseppe Pillon. Il primo putroppo muore. Cavallini ha 29 anni. Per questo crimine verrà condannato all'ergastolo.

Viene arrestato 12 settembre del 1983 in un bar di Milano, riconosciuto da un giornalista.

È l'unico ancora in carcere.





Paolo Bellini è nato nei primi anni '50 del secolo scorso.

Non si riesce a fare un quadro preciso e dettagliato su Paolo Bellini e su ciò che ha fatto senza immergersi nuovamente nel fetore di cancrena che permea l'Italia sotto la parvenza di benessere dagli anni '70 del secolo scorso ad oggi e certamente dei prossimi anni. Si, proprio il periodo socio-politico attuale è permeato del fare che tutti coloro che hanno attivamente partecipato a queso disegno eversivo antidemocratico da quegli anni fino adesso e il processo di dedemocrizzazione è ancora in atto. Si, proprio il periodo socio-politico attuale. Tutto in questi ultimi cinquant'anni è legato a doppio filo: la strategia della tensione con le sue stragi apparentemente senza motivo, i servizi segreti, GLADIO, il mondo politico, le varie mafie da Cosa Nostra alla 'Ngrangheta, le ingerenze delle potenze straniere ( la CIA, Henry Kissinger, l'organizzazione ), l'estrema destra, l'estrema sinistra, il neofascismo, le Brigate Rosse, gli omicidi Falcone e Borselliino e quindi ciò che è stato l'apripista all'entrata delle mafie nei vertici del mondo politico italiano: la trattativa Stato-Mafia. E la trattativa ha un solo nome ricorrente:

Paolo Bellini.

Bellini ha saputo destreggiarsi in questo dedalo di delitti e connivenze, macchiandosi lui stesso di omicidi, su commissione e no.

Ma Bellini è un sicario, un galoppino, uno che gli ordini li riceve e che quando li da è perché qualcuno gli ha ordinato di darli.

Il 16 aprile 2021 si è aperto il processo ai mandanti della Strage di Bologna. Alla prima udienza degli imputati erano presenti in aulasolamente Paolo Bellini e Piorgiorgio Segatel, l'ex-carabiniere accusato di depistaggio, degli undici chiamati a giudizio.

È sicuramente il processo più importante della storia della nostra Repubblica, che aiuterà a fare chiarezza su chi realmente ha guidato dagli anni settanta del secolo scorso in poi e su chi guida e guiderà realmente l'Italia.

Starà a noi guardare bene. Solo a noi, per salvare la nostra povera Patria.

Estratti audio

- 2 agosto 1980 ( videoconferenza ) tenuta il 6 dicembre 2020 in cui sono intervenuti Paolo Bolognesi, Carlo Lucarelli, Cinzia Venturoli, Bice Biagi, Loris Mazzetti e Loriano Macchiavelli. Videoconferenza all’interno del progetto "Memoria del 900", iniziativa del comune di Lizzano in Belvedere.

- 8 e Mezzo ( programma televisivo ) di La7, puntata del 2 agosto 2007 dal titolo "2 agosto, Bologna: la strage e i colpevoli". Pietrangelo Buttafuoco dà sfoggio del suo pensiero negazionista davanti all'imbarazzo dei presenti e della sua collega Alessandra Sardoni. Nei video dedicati a Berta Ebner, Leo Luca Marino, a Mirella Fornasari, a Viviana Bugamelli e a Vito Ales.

- Agente Sigfried ( nome in codice ) di Adriano Monti ( agente segreto ). Nel video dedicato a Paolo Zecchi.

- ANSA - Agenzia Nazionale Stampa Associata (agenzia di informazione multimediale). Nel video dedicato a Patrizia Messineo.

- Aria Pulita ( programma televisivo ) di 7 Gold Emilia-Romagna, puntata dell'11 maggio 2018 intitolata "#AriaPulita​ - 2 Agosto. Ciavardini reticente. E la bomba non si trova.".
La prima parte accompagna il video dedicato ad Eleonora Geraci, la seconda il video dedicato a Flavia Casadei, la terza il video dedicato ad Antonio Montanari, la quarta accompagna il video dedicato ad Angelo Priore, la quinta accompagna il video dedicato ad Angelica Tarsi.

- Autisti ATC comunicano via radio il 2 agosto 1980. Nel video dedicato a Manuela Gallon.

- Andrea Bassi ( giornalista ). Nel video dedicato a Paolino Bianchi.

- Alessio Bertini ( giornalista ). Nel video dedicato a Lina Ferretti.

- Nicola Bianchi ( giornalista ). Nel video dedicato a Brigitte Drouhard.

- Blu Notte: La Strage di Bologna ( programma televisivo ) di Carlo Lucarelli ( scrittore e giornalista ). Nel video dedicato a Franca Dall'Olio.

- Bologna, 2 agosto 1980, la strage di Benedetta Tobagi ( giornalista e fihlia del Ggiornalista Walter Tobagi vittima di un attentato terroristico ) e Valentina De Salvo ( giornalista ). Nel video dedicato a Mario Sica.

- Bologna Today ( sito web d'informazione ) Andrea Speranzoni e Paolo Bolognesi, rispettivamente il legale e il presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, parlano dell'inchiesta voluta dalla Procura Generale di Bologna. Dal servizio di Antonella Scarcella Strage 2 agosto: "Inchiesta sui mandanti completa il puzzle".

- Bologna Today ( sito web d'informazione ) riprende le proteste dei componenti del Nodo Sociale Antifascista di Bologna all'arrivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 2 agosto 2016 nel servizio Fumogeni e spinte, contestazioni al 36° anniversario della Strage di Bologna. Nel video dedicato a Elisabetta Manea.

- Beatrice Bossi ( giornalista ). Nel video dedicato a Romeo Ruozi.

- Paolo Bolognesi ( parente della vittima Vincenzina Sala e Presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 ) in Piazza Medaglie d'Oro il 2 agosto 2018 a Bologna per il trentottesimo anniversario della Strage alla Stazione di Bologna. Nel video dedicato a John Andrew Kolpinski.

- Paolo Bolognesi ( parente della vittima Vincenzina Sala e Presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 ) in Piazza Maggiore il 2 agosto 2020 a Bologna per il quarantesimo anniversario della Strage alla Stazione di Bologna. Nel video dedicato ad Antonino Di Paolo la prima parte del discorso, in quello dedicato a Vincenzo Lanconelli la seconda parte, in quello dedicato Sonia Burri la terza parte, in quello dedicato a Mirco Castellaro la quarta parte, in quello dedicato a Margret Röhrs la quinta parte, in quello dedicato a Salvatore Seminara la sesta parte e in quello dedicato a Giuseppe Patruno la settima e ultima parte.

- Gioacchino Bosco ( giornalista di Media News ) intervista alcuni intervenuti alla presentazione del libro Dalla strage di Bologna - 15 su 40 di Natale Caminiti e Antonello D’Arrigo, prefazione di Nando Dalla Chiesa.

- Cantiere Due Agosto: narrazione di una strage ( progetto teatrale di strada ) - Nicola Frabboni narra Iwao Sekiguchi e Nicoletta Bianconi narra Loredana Molina. Nei video dedicati a Iwao Sekiguchi e a Loredana Molina.

- Gilberto Cavallini ( terrorista ). Nel video dedicato a Pier Francesco Laurenti.

- Andrea Colombo ( giornalista ). Nel video dedicato a Leo Luca Marino.

- Contestazioni a Sandro Bondi ( Ministro dei Beni e delle Attività Culturali dal 2008 al 2011 nel Governo Berlusconi IV ). Nel video dedicato a Rosina Barbaro.

- Corriere della Sera ( quotidiano ). Nel video dedicato a Pier Francesco Laurenti.

- Corriere TV ( sito web d'informazione ). Nel video dedicato a Pier Francesco Laurenti.

- Ermanna Dal Bosco ( madre di Davide Caprioli ) nel video Cercando Davide di Augusto Bolognesi e Stefano Paiusco. Nel video dedicato a Davide Caprioli.

- Silvia De Santis ( giornalista ). Nel video dedicato a Vittorio Vaccaro.

Alessandra Diomede Fresa
( parente delle vittime ). Nei video dedicati a Errica Frigerio, Francesco Cesare Diomede Fresa e Vito Diomede Fresa.

- Luca Donigaglia ( giornalista ). Nel video dedicato a Pier Francesco Laurenti.

- Il Fatto Quotidiano ( quotidiano ). Nei video dedicati a Salvatore Lauro, a Velia Carli e a Vittorio Vaccaro.

- Giuseppe Valerio Fioravanti ( terrorista ), detto Giusva, intervistato da Cristiano Lovatelli Ravarino ( complottista ). Nel video dedicato ad Angelina Marino.

- Giuseppe Valerio Fioravanti ( terrorista ), detto Giusva, intervistato da Sergio Zavoli ( giornalista ). Nel video dedicato a Nilla Natali.

- Alessandra Diomede Fresa ( parente delle vittime ) è intervistata da Pasquale Tangorra ( giornalista ) per conto del quotidiano La Repubblica nell'articolo "Voglio raccontare il mio dramma perché non si dimentichi l'orrore" del 3 agosto 2005. Nei video dedicati a Errica Frigerio e a Francesco Cesare Diomede Fresa.

- Raffaella Fanelli ( giornalista ). Nel video dedicato a Luca Mauri.

- Gianfranco Fini ( politico ). Nel video dedicato a Maria Angela Marangon.

- Marina Gamberini ( sopravvissuta ). Dal video dedicato a Verdiana Bivona.

- Licio Gelli ( faccendiere, a capo della Loggia Massonica P2 e organizzatore della strage di Bologna ) intervistato da Valentina Petrini ( giornalista ). Nel video dedicato a Francesco Antonio Lascala.

- Giornale Radio GR1 Edizione Straordinaria ( programma radiofonico ) del 2 agosto 1980. Nel video dedicato a .

- Simona Iannessa ( giornalista ). Nel video dedicato a Vincenzo Petteni.

- "Il giorno e la storia" ( programma televisivo ) dedicato al 2 agosto. Nel video dedicato a Gaetano Roda.

- Otello Lupacchini ( ex-magistrato ). Nel video dedicato Lidia Olla.

- David Marceddu ( giornalista ) ha intervistato alcuni ragazzi incontrati per le strade di Bologna chiedendo loro se sapevano qualcosa della Strage di Bologna. Interviste pubblicate nell'articolo "Bologna, strage 2 agosto. Vox tra i giovani: "Furono le Br, anzi no, gli anarchici" per Il Fatto Quotisiano.

- David Marceddu ( giornalista ) ha raccolto alcune testimonianze di: Cristina Caprioli, Clemente Pitzalis, Anna Pizzirani e Giovanni Zini e pubblicate nell'articolo "Bologna: i ricordi dei sopravvissuti della strage - Lo scoppio, la polvere, le urla strazianti" per Il Fatto Quotisiano.

- Libero Mancuso ( magistrato e pm designato a occuparsi del terrorismo eversivo, sulla mafia e altre organizzazioni criminali ) Intervista a da Aldo Bolzanelli. Nel video dedicato a Domenica Marino.

- Giovanni Mazzanti ( giornalista ) intervista Patrizio Vignola ( soccorritore ). Nel video dedicato a Francisco Gómez Martínez.

- Algide Melloni ( soccorritore ). Nel video dedicato a Vittorio Vaccaro.

- Giovanni ( Gianni ) Minoli ( giornalista ). Dal video dedicato a Verdiana Bivona.

- Adriano Monti ( agente segreto col nome in codice Agente Sigfried ). Nel video dedicato a Paolo Zecchi.

- Federico Mollicone ( deputato di Fratelli d'Italia ). Nel video dedicato a Maria Fresu.

- Network dell'Informagiovani Multitasking ( organizzazione no-profit ), intervista a Paolo Bolognesi ( parente della vittima Vincenzina Sala e Presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 ). Nel video dedicato a Catherine Helen Mitchell.

- La notte della Repubblica ( programma televisivo ) di Sergio Zavoli ( giornalista ). Nei video dedicati a Katia Bertasi e a Nilla Natali.

- Open Online ( sito web d'informazione ). Nel video dedicato a Roberto Procelli.

- Francesco Pazienza ( ex-agente del SISMI - Servizio informazioni e sicurezza militare - un servizio segreto italiano gestito dai militari ), faccendiere, iscritto alla P2, condannato nel 1988 per depistaggio relativamente alla Strage di Bologna.. Nel video dedicato a Luca Mauri.

- Sandro Pertini ( Presidente della Repubblica Italiana dal 1977 al 1981 ). Nel video dedicato a Maria Idria Avati.

- Valentina Petrini ( giornalista )intervista a Licio Gelli. Nel video dedicato a Francesco Antonio Lascala.

- Punto Radio Tv ( programma radiofonico ) - i primissimi soccorsi sul luogo della strage. Nel video dedicato a Pio Carmine Remollino.

- Qui Como ( sito web d'informazione ) l'11 novembre 2016 pubblica il video "Per Carlo Anna Maria e il piccolo Luca inaugurato il piazzale che ricorda la famiglia comasca distrutta nella strage di Bologna". Nel video dedicato a Carlo Mauri.

- Rai News ( programma televisivo ) del 31 gennaio 2019. Nel video dedicato dedicato a Mauro Algenon.

- Enzo Raisi ( imprenditore ). Nel video dedicato a Maria Angela Marangon.

- Roberto Scardova ( giornalista ). Nei video dedicati a Mauro Di Vittorio e a Paolino Bianchi.

- Antonella Scarcella ( giornalista ). Nel video dedicato a Vincenzina Sala.

- Torquato Secci ( Presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 dal 1981 al 1996 e parente di una vittima ). Nel video dedicato a Nazzareno Basso.

- Intervista a Carlo Sgarzi ( vigile del fuoco e soccorritore ) di Ilaria Venturi per conto di La Repubblica. Nel video dedicato a Fausto Venturi.

- Siamo Noi ( programma televisivo ) - Puntata dell'11 marzo 2015 su TV2000IT. Carlo Dionedi è intervistato da Gabriella Facondo. Nei video dedicati ad Anna Maria Salvagnini e Marina Antonella Trolese.

- Andrea Speranzoni ( avvocato ) nel servizio "Strage 2 agosto Bologna - Inchiesta procura sui mandanti completa il puzzle" del 13 luglio 2020 di Antonella Scarcella per Bologna Today.

- La Storia siamo noi ( trasmissione televisiva ). Dal video dedicato a Verdiana Bivona.

- La Strage di Bologna. Frammenti di trasmissione radio in CB trovati da Cinzia Venturoli e fatti ascoltare agli studenti del Liceo Quadri di Vicenza. Nel video dedicato ad Anna Maria Bosio.

- Sirio Tesori ( giornalista ), nel servizio "Strage 2 agosto: nell'inferno della stazione - Le testimonianze" di Bologna Today, intervista Eliseo Pucher ( sopravvissuto ), Sonia Zanotti ( sopravvissuta ), Marina Gamberini ( sopravvissuta ), Marco Vigna ( coordinatore dei soccorsi ), Paolo Bolognesi (parente della vittima Vincenzina Sala e Presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 dal 1996) e Stefano Badiali ( coordinatore dei soccorsi ). Nel video dedicato ad Argeo Bonora.

- TRC Modena - Modena in diretta ( sito web d'informazione ). Nel video dediato a Umberto Lugli.

- Cinzia Venturoli ( docente dell'Università di Bologna ). Nel video dedicato a Francesco Betti.

- TG1 RAI ( programma televisivo ) andato in onda la sera del 2 agosto 1980. Nel video dedicato ad Angela Fresu.

- TG1 RAI ( programma televisivo ) andato in onda il 4 agosto 1980. Nel video dedicato a Pietro Galassi.

- TG1 RAI Speciale "Una strage. Perché?" ( programma televisivo ) in onda il 3 agosto 1981. Nel video dedicato ad Amorveno Marzagalli, Roberto De Marchi e Sergio Secci.

- TG2000 ( sito web d'informazione ). Nel video dedicato a Romeo Ruozi.

- TR24 Pubblisole ( sito web d'informazione ). Nel video dedicato a Rossella Marceddu.

- Vincenzo Vinciguerra ( terrorista ) il 16 ottobre 2019. Nel video dedicato a Kai Mäder.

- Un solo errore - Bologna, 2 agosto 1980 ( docufilm di Matteo Pasi ). Nel video dedicato a Rita Verde.

- Uno Mattina Estate ( programma televisivo ) della RAI del 2 agosto 2019, l'articolo di Emiliano Condò "39 anni fa la Strage alla Stazione di Bologna".

- Vista Agenzia Televisiva Nazionale ( emittente televisivo ). Nel video dedicato a Vincenzo Petteni.

- Emanuela Zanasi ( giornalista ). Nel video dedicato a Umberto Lugli.

- Testimonianza di Yuri Zini ( sopravvissuto ) nell'articolo di La Repubblica del 26 luglio 2019 intitolato Strage 2 Agosto, il racconto dei feriti. Yuri Zini: Avevo 7 anni, il treno per me era tutto. Nel video dedicato a Irene Breton.



Citazioni inizio video

- Aldo Algenon (parente della vittitma). Nel video dedicato a Mauro Algenon.

- Franco Baldoni (testimone) parla dell'esplosione alla Stazione di Bologna. Nel video dedicato a Elisabetta Manea.

- Daniele Biacchesi (scrittore). Nel video dedicato a Umberto Lugli e Vincenzo Petteni.

- Daniele Biacchesi (scrittore) parla dell'alibi di Mambro e Fioravanti. Nel video dedicato a Loredana Molina.

- Enzo Biagi (giornalista). Nel video dedicato a Salvatore Lauro.

- Lisa Bianconcini (parente della vittima). Nel video dedicato a Rita Verde.

- Paolo Biondani (giornalista) parla di Federico Umberto D'Amato (organizzatore della strage e massone). Nel video dedicato a Irene Breton.

- Tonino Braccia (sopravvissuto) parla di un'udienza del primo processo ai NAR per la Strage alla Stazione di Bologna. In particolare di Fioravanti e del disprezzo che ostentava nei confronti dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime. Nel video dedicato ad Anna Maria Salvagnini.

- Paolo Bolognesi (parente della vittima Vincenzina Sala e Presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980. Nei video dedicati a Roberto De Marchi, Velia Carli e Vito Diomede Fresa.

- Alessandra Diomede Fresa (parente delle vittime) racconta di come la responsabilità della strage sono certamente a carico di chi dovrebbe invece proteggere la nazione. Nel video dedicato a Errica Frigerio.

- Bellino Fresu (parente delle vittime Angela e Maria Fresu ) parla col regista Aldo Balzanelli di Angela Fresu. Nel video dedicato ad Angela Fresu.

- Cantiere 2 agosto (progetto multimediale di Matteo Belli). Nel video dedicato a Kai Mäder, a Pio Carmine Remollino a Romeo Ruozi e a Rossella Marceddu.

-Maria Cristina Caprioli (sorella di Davide Caprioli parla dell'attentato. Nel video dedicato a Davide Caprioli.

- Luca Carboni (cantante). Nel video dedicato a Catherine Helen Mitchell.

- Roberto Castaldo (sopravvissuto) descrive l'esplosione. Nel video dedicato a Brigitte Drouhard.

- Gilberto Cavallini (terrorista). Nel video dedicato a Pier Francesco Laurenti.

- Luigi Ciavardini (terrorista) insulta con le sue affermazioni la memoria delle 85 vittime della Strage di Bologna. Nel video dedicato a Eleonora Geraci.

- Staff di Contro La Guerra - Anti War Song (blog). Nel video dedicato a Maria Fresu.

- Mirella Cuoghi (blog). Nei video dedicati a Nilla Natali e a Onofrio Zappalà.

- Anna Di Vittorio (parente della vittima). Nel video dedicato a Mauro Di Vittorio.

- Walter Farinelli (parente della vittima). Nel video dedicato a Roberto Procelli.

- Il Fatto Quotidiano (giornale). Nel video dedicato a Manuela Gallon.

- Valerio Fioravanti (terrorista) prende in giro Paolo Bolognesi. Nel video dedicato a Vincenzina Sala.

- Antioco Fois (giornalista) raccoglie la testimonianza di Franco Baldoni (testimone) per il quotidiano La Repubblica. Nel video dedicato a Elisabetta Manea.

- Funerali di stato del 6 agosto 1980. Nel video dedicato a Roberto Gaiola.

- Riccardo Ghinelli (sopravvissuto). Nel video dedicato ad Marina Antonella Trolese.

- Leonardo Grasso (magistrato) parla dei depistaggi relativi a Ustica. Nel video dedicato ad Antonino Di Paola.

- Francesco Guccini (cantautore). Nei video dedicati ad Amorveno Marzagalli e a Franca Dall'Olio.

- Lecco.News.it (sito giornalistico). Nel video dedicato a Luca Mauri.

- Riccardo Lenzi (giornalista). Nei video dedicati a Manuela Gallon e a .

- Horst Mäder (parente delle vittime). Nel video dedicato a Eckhardt Mäder.

- Giorgio Maio del sito www.stragi.it. Nel video dedicato a Gaetano Roda.

- Luigi Manconi (politico e sociologo). Nel video dedicato a Katia Bertasi.

- Silvia Manzani (giornalista) raccoglie la testimonianza di Giuseppa Marino, sorella dei tre Marino morti nella strage e della cognata Antonella. Nei video dedicati ad Angela Marino e ad Antonella Ceci.

- Luigina Marangon (perente della vittima). Nel video dedicato a Maria Angela Marangon.

- Giovanni Marino (parente dei Marino). Nei video dedicati a Domenica Marino e a Leo Luca Marino.

- Serena Marotta (giornalista). Nel video dedicato a Lina Ferretti.

- Marco Marozzi (giornalista). Nel video dedicato a John Andrew Kolpinski.

- Renata Montanari (parente della vittima Antonio Montanari) parla delle passioni di suo suocero Antonio Montanari (vittima).

- Luigi Montani (parente della vittima). Nel video dedicato a Rosina Barbaro.

- Alberto Moravia (scrittore). Nel video dedicato a Francesco Cesare Diomede Fresa.

- Il Muro della Memoria (sito web) del Sistema Archivistico Nazionale (SAN). Nel video dedicato a Mario Sica.

- I NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) rivendicano l'attentato alla Stazione di Bologna con voce registrata telefonando alla Redazione di "La Repubblica" il 2 agosto 1980 alle 13 e 46. Nel video dedicato a Berta Ebner.

- Offlaga ( gruppo musicale ). Nel video dedicato a Vito Ales.

- Matteo Pasi (regista). Nel video dedicato a Carla Gozzi.

- Lidia Piccolini (parente di una vittima). Nel video dedicato a Giuseppe Patruno.

- Marcello Ravveduto (docente universitario e storico). Nel video dedicato a Fausto Venturi.

- Tino Reinotti (giornalista). Nel video dedicato a Silvana Serravalli.

- Il Resto del Carlino (quotidiano). Nei video dedicati ad Angelo Priore e a Silvana Serravalli.

- Paolo Sacrati (sopravvissuto). Nei video dedicati ad Angelica Tarsi e a Patrizia Messineo.

- Luca Salvatori (giornalista di RTV San Marino). Nel video dedicato a Pietro Galassi.

- Iwao Sekiguchi (vittima). Nel video dedicato a Iwao Sekiguchi.

- Benedetta Tobagi (giornalista, figlia di Walter Tobagi, giornalista assassinato da terroristi di estrema sinistra). Dal video dedicato a Verdiana Bivona.

- Torquato Secci (parente di una vittima e primo presidente dell' Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 ). Nei video dedicati a Sonia Burri e a Sergio Secci.

- Sempre News (sito web). Nel video dedicato a Marina Antonella Trolese.

- Settimanale della diocesi di Como online cita la cancellazione della famiglia Mauri. Nel video dedicato a Carlo Mauri.

- Wladimiro Settimelli (giornalista). Nel video dedicato a Francisco Gómez Martínez.

- Sistema Archivistico Nazionale (SAN) - Il Muro della Memoria (sito web). Nel video dedicato a Mario Sica.

- La Stampa ( quotidiano ). Nel video dedicato a Vittorio Vaccaro.

- La Strage. Nel video dedicato a Salvatore Lauro.

- La Strage di Bologna (graphic-novel edita da BeccoGiallo). Nel video dedicato a Salvatore Seminara.

- William Squarzola. Nel video dedicato a Paolino Bianchi.

- www.stragi.it (sito ufficiale dell' Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980). Nei video dedicati a Euridia Bergianti, a Francesco Betti, a Margret Horst, a Maria Idria Avati, a Mirella Fornasari e a Paolo Zecchi.

- Un attimo quarant'anni (libro di Emanuela Zanasi). Nel video dedicato a Umberto Lugli.

- L'Unità (quotidiano). Nel video dedicato a Viviana Bugamelli.

- Ilaria Venturi (giornalista). Nel video dedicato a Rita Verde.

- Cinzia Venturoli (storica e docente dell'Università di Bologna). Nei video dedicati ad Anna Maria Bosio e a Nazzareno Basso.

- Renato Zangheri (sindaco di Bologna dal 1970 al 1983). Nei video dedicati a Mirco Castellaro, a Roberto Gaiola e a Vincenzo Lanconelli.



Argomenti citazioni inizio video

- 10 e 25 del 2 agosto 1980 (momento dell'attentato). Nel video dedicato a Francesco Antonio Lascala.

- 361 Report (sito web). Nel video dedicato a Lina Ferretti.

- Mauro Algenon (viiitma). Nel video dedicato a Mauro Algenon.

- Artefici dell'attentato. Nel video dedicato a Vincenzo Petteni.

- Attentato dell'Italicus. Nel video dedicato a Vincenzo Lanconelli.

- Autobus n. 37 (mezzo adibito al trasporto dei corpi trovati sul luogo della strage). Nel video dedicato ad Argeo Bonora.

- Anna Baldacci (madre della vittima Antonella Ceci). Nel video dedicato ad Angela Marino.

- Banda della Magliana (organizzazione criminale). Nei video dedicati a Lidia Olla e a Loredana Molina.

- Nazzareno Basso (vittima). Nel video dedicato a Nazzareno Basso.

- Francesco Betti e il suo taxi (vittima). Nel video dedicato a Francesco Betti.

- Daniele Biacchesi (scrittore). Nel video dedicato a Brigitte Drouhard.

- Paolino Bianchi. Nel video dedicato a Paolino Bianchi.

- Bologna. Nel video dedicato a Giuseppe Patruno.

- Paolo Bolognesi (parente di Vincenzina Sala). Nel video dedicato a Vincenzina Sala.

- La caldaia. Nel video dedicato a Maria Idria Avati.

- Roberto Castaldo (sopravvissuto). Nel video dedicato a Brigitte Drouhard.

- Gilberto Cavallini (terrorista). Nel video dedicato a Pier Francesco Laurenti.

- Famiglia Ceci (vittime). Nei video dedicati ad Angela Marino e ad Antonella Ceci.

- CIA - Central Intelligence Agency (agenzia di spionaggio civile del governo statunitense). Nel video dedicato a Sonia Burri.

- Luigi Ciavardini (terrorista) e i suoi legami con Gianni Alemanno, ex-sindaco di Roma e deputato in Fratelli d'Italia. Nel video dedicato a Flavia Casadei.

- Mirella Cuoghi (blog). Nei video dedicati a Nilla Natali e a Onofrio Zappalà.

- Irma Roda Dal Buono (madre di Gaetano Roda). Nel video dedicato a Gaetano Roda.

- Federico Umberto D'Amato (organizzatore della strage e massone ed ex direttore dell'Ufficio degli Affari Riservati del Ministero dell'Interno). Nei video dedicati a Irene Breton e a Lina Ferretti.

- Depistaggi. Nel video dedicato a Roberto Gaiola.

- Depistaggio relativo eventuale al presunto legame tra il 2 agosto e il DC-9 diretto a Ustica nel video dedicato ad Antonino Di Paola.

- Depistaggio relativo alla presunta esplosione di una caldaia. Nei video dedicati a Davide Caprioli e a Maria Idria Avati.

- Depistaggio relativo al presunto coinvolgimento nella strage di Mauro Di Vittorio. Nel video dedicato a Mauro Di Vittorio.

- Depistaggio relativo alla presunta Pista Palestinese. Nel video dedicato a Irene Breton.

- Destabilizzazione. Nel video dedicato a Francesco Cesare Diomede Fresa.

- L'esplosione. Nei video dedicati a Catherine Helen Mitchell, a Elisabetta Manea, a Francesco Betti, a John Andrew Kolpinski e a Rosina Barbaro.

- Mauro Di Vittorio (vittima). Nel video dedicato a Mauro Di Vittorio

- Eversione fascista. Nel video dedicato a Katia Bertasi.

- Fascismo (ideologia totalitarista e antidemocratica). Nel video dedicato a Viviana Bugamelli.

- Giuseppe Valerio Fioravanti (terrorista). Nei video dedicati ad Anna Maria Salvagnini, a Lidida Olla, a Loredana Molina e a Vincenzina Sala.

- Mirella Fornasari (vittima). Nel video dedicato a Mirella Fornasari.

- Angela Fresu (vittima). Nel video dedicato ad Angela Fresu.

- Depistaggi. Nel video dedicato a Roberto De Marchi.

- Depistaggio su Maria Fresu (vittima). Nel video dedicato a Maria Fresu.

- Funerali di Stato del 6 agosto 1980. Nel video dedicato a Euridia Bergianti.

- Pietro Galassi (vittima). Nel video dedicato a Pietro Galassi.

- Famiglia Gallon (vittime). Nel video dedicato a .

- Manuela Gallon (vittima). Nel video dedicato a Manuela Gallon.

- Licio Gelli (organizzatore della Strage di Bologna e faccendiere a capo della Loggia Massonica P2). Nei video dedicati a Francisco Gómez Martínez, a Lina Ferretti e a Verdiana Bivona.

- Gladio Italiana (organizzazione paramilitare appartenente alla rete internazionale Stay-behind). Nel video dedicato a Sonia Burri.

- Giorgio Guazzaloca (sindaco di Bologna dal 1999 al 2004). Nel video dedicato a Viviana Bugamelli.

- Italicus. Nel video dedicato a Vincenzo Lanconelli.

- Loggia P2 (loggia massonica eversiva). Nel video dedicato a Viviana Bugamelli e a Verdiana Bivona.

- Loriano Macchiavelli (scrittore). Nel video dedicato a Mauro Di Vittorio

- Famiglia Mäder (vittime). Nel video dedicato a Eckhardt Mäder.

- Kai Mäder (vittima). Nel video dedicato a Kai Mäder.

- Francesca Mambro ( terrorista e pluriomicida ). Nei video dedicati a Lidia Olla e a Loredana Molina.

- Francesca Mambro e Valerio Fioravanti ( terroristi pluriomicidi ) liberi nonostante gli ergastoli. Nei video dedicati a Velia Carli e a Vito Diomede Fresa.

.

- Libero Mancuso (ex-magistrato) parla dell'alibi di Mambro e Fioravanti. Nel video dedicato a Loredana Molina.

- Maria Angela Marangon. (vittima). Nel video dedicato a Maria Angela Marangon.

- Rossella Marceddu. (vittima). Nel video dedicato a Rossella Marceddu.

- Domenica Marino (vittima). Nei video dedicati ad Angela Marino e ad Antonella Ceci.

- Famiglia Marino (vittime). Nei video dedicati ad Angela Marino, ad Antonella Ceci, a Domenica Marino e a Leo Luca Marino.

- Giovanni Marino (parente delle vittime). Nel video dedicato a Leo Luca Marino.

- Leo Luca Marino (vittima). Nei video dedicati ad Angela Marino e ad Antonella Ceci.

- Serena Marotta (giornalista). Nel video dedicato a Lina Ferretti.

- Commemorazione Fratelli Mattei (fascisti). Nel video dedicato a Flavia Casadei.

- Famiglia Mauri (vittime). Nel video dedicato a Carlo Mauri e Luca Mauri.

- Memoria Storica. Nel video dedicato a Carla Gozzi.

- Misteri. Nel video dedicato a Roberto De Marchi.

- Loredana Molina (vittima). Nel video dedicato a Patrizia Messineo.

- Antonio Montanari (vittima). Nei video dedicati ad Angela Marino e ad Antonella Ceci.

- Movente dell'attentato. Nel video dedicato a Mirco Castellaro.

- NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari - gruppo terrorista di estrema destra). Nel video dedicato a Berta Ebner e a Viviana Bugamelli.

- Legami tra i terroristi neri dei NAR (gruppo terrorista di estrema destra) e Gianni Alemanno (ex-sindaco di Roma e deputato in Fratelli d'Italia). Nel video dedicato a Flavia Casadei.

- Omissioni. Nel video dedicato a Umberto Lugli.

- Ordine Nuovo (gruppo di attivisti di estrema destra). Nel video dedicato a Viviana Bugamelli.

- Umberto Ortolani (organizzatore della Strage di Bologna e banchiere affiliato alla Loggia Massonica P2). Nel video dedicato a Lina Ferretti.

- L'ottantaseiesima vittima. Nel video dedicato a Eleonora Geraci.

- Matteo Pasi (regista).Nel video dedicato a Carla Gozzi.

- Sandro Pertini (Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985). Nei video dedicati a Euridia Bergianti e a Franca Dall'Olio.

- Pista Palestinese (depistaggio). Nel video dedicato a Irene Breton.

- Il popolo di Bologna. Nel video dedicato a Francesco Cesare Diomede Fresa.

- Angelo Priore (vittima) muore. Nel video dedicato ad Angelo Priore.

- Roberto Procelli (vittima). Nel video dedicato a Roberto Procelli.

- Enzo Raisi (politico) relativamente al presunto coinvolgimento nella strage di Mauro Di Vittorio. Nel video dedicato a Mauro Di Vittorio

- Pio Carmine Remollino (vittima). Nel video dedicato a Pio Carmine Remollino.

- Romeo Ruozi (vittima). Nel video dedicato a Romeo Ruozi.

- Rapporto Spiazzi (documento). Nel video dedicato a Margret Röhrs.

- Responsabilità delle istituzioni. Nel video dedicato a Errica Frigerio.

- Paolo Sacrati (sopravvissuto). Nei video dedicati ad Angelica Tarsi e a Patrizia Messineo.

- Sergio Secci (vittima). Nel video dedicato a Sergio Secci.

- Segreti. Nel video dedicato a Roberto De Marchi.

- Iwao Sekiguchi (vittima). Nei video dedicati a Iwao Sekiguchi e a Marina Antonella Trolese.

- Mario Sica (vittima). Nel video dedicato a Mario Sica.

- "Storia di una bomba", (libro) di Cinzia Venturoli sulla Strage di Bologna edito da Castelvecchi. Nel video dedicato ad Anna Maria Bosio.

- Strage alla Stazione di Bologna (attentato terroristico). Nel video dedicato a Silvana Serravalli, a Salvatore Seminara, a Vincenzo Lanconelli e a Vittorio Vaccaro.

- Strategia della tensione. Nel video dedicato a Franca Dall'Olio.

- Angelica Tarsi (vittima). Nel video dedicato a Patrizia Messineo.

- Mario Tedeschi (direttore del periodico culturale di destra Il Borghese, organizzatore e responsabile dei più importanti depistaggi legati alla strage). Nel video dedicato a Lina Ferretti.

- Terrorismo. Nel video dedicato a Vincenzo Lanconelli.

- Terrorismo fascista. Nel video dedicato a Vincenzo Lanconelli.

- "Un attimo quarant'anni", (libro) di Daniele Biacchesi sulla Strage di Bologna edito da Editoriale Jaca Book. Nel video dedicato a Brigitte Drouhard.

- "Un solo errore - Bologna, 2 agosto 1980" (docufilm di Matteo Pasi). Nel video dedicato a Giuseppe Patruno.

- Rita Verde (vittima). Nel video dedicato a Rita Verde.

- Verità Storica. Nel video dedicato ad Anna Maria Bosio.

- Vincenzina Sala (vittima). Nel video dedicato a Vincenzina Sala.

- Vuoto di memoria. Nel video dedicato a Fausto Venturi.

- Renato Zangheri (Sindaco di Bologna dal 1970 al 1983). Nel video dedicato a Euridia Bergianti.

- Guido Zappavigna (ultrà) e i suoi legami con Luigi Ciavardini (terrorista) e Gianni Alemanno (ex-sindaco di Roma e deputato in Fratelli d'Italia). Nel video dedicato a Flavia Casadei.

- Famiglia Zecchi (parenti delle vittime). Nel video dedicato a Paolo Zecchi.





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Il più importante sito sulla Strage di Bologna gestito dall'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980. Contiene le schede delle vittime, un imponente raccolta di tutti i tipi di files: testimonianze, anche fotografiche, video e audio, e documenti, sentenze dei vari tribunali, articoli, interventi in grado di aiutare anche il meno ferrato sull'argomento a farsi un'idea precisa su ciò che è avvenuto in questi quarant'anni.

Associazione tra i Familiari delle Vittime
della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980




Altro importantissimo sito, questo dedicato alle stragi in Italia, è Rete degli archivi per non dimenticare, raccoglie documenti ufficiali pubblicati in rete, che utilizza il motore di ricerca semantico Dandelion API, in grado di evidenziare all'interno dei documenti in rete persone, luoghi e concetti di interesse. È in grado anche di elaborare sinonimi e correlazioni degli argomenti trattati. Raccoglie più di sessanta tra associazioni, centri documentazione, fondazioni, archivi di Stato e istituti privati.

Rete degli archivi - Per non dimenticare




Mappe di Memoria è il sito creato in collaborazione con il Centro di ricerca e formazione Storia educazione politica e il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna nell’ambito del Protocollo d’Intesa sottoscritto dal MIUR ( Ministero dell'Istruzione Ministero dell'Università e della Ricerca ) e dalle Associazioni delle vittime delle stragi e del terrorismo e che concentra i suoi studi su tutte gli eccidi e gli omicidi compiuti da gruppi terroristici in Emilia-Romagna dal 1972 al 2002. Per questo realizza iniziative didattiche e formative volte ad approfondire il tema del terrorismo e a conservare tra i giovani la memoria di tutte le vittime.

Mappe di Memoria




Il Cantiere 2 agosto è un progetto promosso dall' Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna che ogni anno mette a disposizione tutte le risorse necessarie per sviluppare progetti artistici finalizzati alla perpetuazione della memoria
sui terribili fatti del 2 agosto 1980.

Cantiere 2 Agosto




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La strage alla stazione di Bologna, 2 agosto 1980